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venerdì 19 novembre 2010

ROMA, 18 NOVEMBRE 2010: L'ECOLOGIA CHE UNISCE


bonelli_piazzaIl grigio della giornata di pioggia romana contrasta con il verde della Costituente ecologista. Dentro un teatro Eliseo gremito il nuovo processo politico, voluto dal leader dei Verdi Angelo Bonelli, inizia con via vai di personaggi che hanno fatto la storia dell'ambientalismo nazionale e mondiale. Dany Cohn Bendit, leader di Europe Ecologie, Antanas Mockus candidato verde alle presidenziali in Colombia, ma poi anche volti più familiari come Stefano Leoni, presidente del Wwf, Mario Tozzi, geologo e divulgatore, Monica Frassoni presidente del Partito verde europeo e Marco Pannella, leader dei radicali.
La lista in realtà è nutrita così come gli interventi sul palco del teatro romano e la dice lunga sulla sete di cambiamento di molti intellettuali, economisti, ma anche associazioni di cittadini, come le Mamme vulcaniche che si battono per difendere il loro territorio martoriato dalle discariche.
«Oggi è un giorno importante per l'ecologia politica in Italia - esordisce Bonelli -i cittadini hanno subito una politica disumana e ingiusta che non ha affrontato la disoccupazione, il precariato e le tantissime crisi ambientali che si sono trasformate in emergenze sanitarie. Noi Verdi stiamo lavorando per costruire un'alternativa al governo Berlusconi e vogliamo unire le migliori energie del Paese in una grande forza politica ecologista di livello europeo.
Rompere gli antichi confini ideologici, abbiamo programmi che ci possono tenere insieme. A novembre dell'anno scorso durante una bella manifestazione a Taranto, per chiedere la chiusura dell'Ilva, mi ha commosso uno striscione dove c'erano fiori dentro le ciminiere. Diceva "né di destra né di sinistra, vogliamo solo aria pulita". Possiamo quindi metterci insieme per queste battaglie, come quella contro la cementificazione. Da oggi la politica deve essere fatta di cose concrete». E l'alternativa si incarna nei firmatari a questo progetto politico che raccoglie soggetti e movimenti intorno allo slogan "Io Cambio!" ognuno come può e nel settore che gli compete.
«Ho deciso di aderire - dice Mario Tozzi - per dare un contributo scientifico al movimento, con la robustezza dei dati che spiegano perché il nucleare non ci convince, perché quando piove nel nostro Paese succedono delle tragedie che si possono evitare. Poi, certo, parlerò della Costituente ecologista anche in televisione quando ne avrò modo, per spiegare che non è il solito partito». Spiegare e divulgare, quindi, perché «ormai le parole dell'ambientalismo sono state svuotate del loro vero significato - dice Claudia Bettiol, filosofa ambientalista- e l'ecologia fa parte de programmi politici di quasi tutti i partiti senza però spiegarne i contenuti». «Ci vuole un maggiore sguardo al futuro - continua Giuliano Tallone, presidente Lipu - per lasciare un pianeta migliore alle generazioni future. Rispetto a inizio secolo abbiamo distrutto il 47% delle foreste. Bisogna iniziare a smettere da adesso».
La Costituente invece nasce per mettere l'ecologia al centro, sul modello di Europe écologie il cui leader viene introdotto con il video del partito in cui balla e "reppa" insieme ad altri candidati, perché l'ambientalismo è anche allegria, non solo catastrofismo. «Sono venuto a Roma per assistere alla nascita di questo soggetto politico - dice Cohn Bendit - perché l'Europa ha bisogno di un'Italia capace di credere nell'ecologia. Dobbiamo unirci per le grandi lotte come per i cambiamenti climatici, non possiamo farcela da soli, l'Italia, la Francia singolarmente non contano nulla ». Poi l'appello all'unità politica e la ricetta per uscire dal "particulare" che contraddistingue il nostro Paese.
«Bastano 3 cose: mettere insieme tutte le forza che vogliono la trasformazione ecologica: senza chiedere "da dove vieni, ma dove vai"; coinvolgere i cittadini ai cambiamenti che desiderano ma allo stesso tempo temono per non perdere i propri confort, e avere a cuore la trasformazione ecologica dell'economia.
Susan Dabbous (Terra)

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"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck