visite

informativa resa ai sensi dell'art. 13 del Codice pagina: http://www.shinystat.com/it/informativa_privacy_generale_free.html il visitatore potrà negare il proprio consenso all'installazione dei cookie di ShinyStat modificando opportunamente le impostazioni del proprio browser o cliccando sull'apposito link per attivare l'opt-out: http://www.shinystat.com/it/opt-out_free.html.

venerdì 26 dicembre 2008

AUGURI!!!!!!

LA CITTA CHE VOGLIAMO

RISPARMIO ENERGETICO E REGOLAMENTO EDILIZIO



Con atto di Consiglio Comunale n° 67 del 27/11/2008 sono state adottate modifiche ed integrazioni del vigente Regolamento Edilizio, in particolare:
* abrogazione del 4° comma dell'art. 104;
* inserimento del nuovo art. 116.
IL NUOVO ARTICOLO INSERITO
Articolo 116: Regolamento comunale per il risparmio energetico.

1. In materia di risparmio energetico, edilizia bioclimatica, integrazione
passiva ed attiva delle fonti energetiche rinnovabili nell’edificato e
certificazione energetica degli edifici, il regolamento edilizio afferma il
pieno rispetto dei disposti normativi nazionali e comunitari, ed in
particolare: Legge 10/1991, Direttiva 2002/91/CE, DLgs 192/2005, DLgs
311/2006 e successive integrazioni e modificazioni.
2. Il Regolamento edilizio recepisce gli indirizzi e le procedure introdotte
dalla normativa della Regione Lombardia, ed in particolare le leggi regionali 26/2003 - norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche - 1/2004 - contenimento dei consumi energetici negli edifici attraverso la contabilizzazione del calore -
39/2004 - risparmio energetico degli edifici e riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti - 24/2006 - prevenzione e riduzione delle emissioni in atmosfera, a tutela della salute e dell’ambiente, ed i regolamenti attuativi tra cui al Decreto 15833 - Procedura di calcolo per certificare il fabbisogno energetico degli edifici - e la DGR 8/5018 come modificata dalla DGR 8/5773 del 31/10/2007 – Certificazione energetica degli edifici.
3. Allo scopo di orientare la progettazione, costruzione, ristrutturazione,
riqualificazione energetica degli edifici nel territorio comunale in direzione
del:
a. minor consumo energetico specifico a parità di servizio reso;
b. ricorso a fonti energetiche rinnovabili in forma “passiva”, “attiva” ed “integrata”;
si rinvia all’apposito Regolamento Comunale per il risparmio energetico,
integrazione fonti energetiche rinnovabili e certificazione energetica degli
edifici. In tale regolamento sono contenute le prescrizioni ritenute obbligatorie e cogenti; le indicazioni ritenute alternative e facoltative; le indicazioni auspicabili e consigliabili; le eventuali forme di incentivo.

E' possibile presentare eventuali osservazioni, redatte in carta libera, al protocollo generale dal 20/01/2009 alle ore 12.30 del 18/02/2009.
Per le osservazioni pervenute oltre i termini sopra indicati, l'Amministrazione Comunale si riserva di non dare esame e risposta, essendo le stesse fuori termine.

STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO

Aderisci alla campagna nazionale: altritalialtromondo@gmail.com

I Verdi a Paderno Dugnano hanno cercato di difendere al meglio il territorio non cementificato, spesso con fatica per la difficoltà a convincere qualche alleato.
A primavera (giugno 2009) ci aspettano nuove Elezioni Comunali, speriamo che i risultati diano la possibilità ai Verdi di continuare a realizzare
questo impegno.

SCUOLA

PUBBLICHIAMO LA LETTERA DEL COORDINAMENTO GENITORI DEMOCRATICI

Ai genitori
Sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri due schemi di regolamento, l'uno che concerne la riorganizzazione della rete scolastica e dell'utilizzo delle risorse umane, l'altro il riordino dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo.
Sconcerta l'incoerenza del Governo che si era impegnato ad avviare il dialogo con il mondo della scuola e le sue rappresentanze e la decisione di procedere ad emanare gli stessi regolamenti, senza alcun confronto.
Nei regolamenti viene più volte ribadito che si terrà conto delle richieste delle famiglie: ma cosa vuol dire si terrà conto? Una cosa è affermare che la scuola è tenuta ad erogare il servizio su richiesta delle famiglie, un'altra è dire che può farlo, magari compatibilmente con le risorse finanziarie (proprie o del ministero) e con l'organico.
Le richieste delle famiglie non saranno vincolanti per l'amministrazione che potrà esaudirle solo se disporrà di sufficiente personale, per cui i genitori possono coltivare l'illusione che sarà loro data la possibilità di scegliere il numero di ore dell'orario scolastico, salvo poi a trovarsi a maggio, con l'organico di fatto, dinnanzi ad una situazione differente per mancanza di personale.
Tuttavia dato che nel mese di gennaio come genitori siamo chiamati ad operare una scelta per i nostri figli è bene compierla in modo consapevole e responsabile.
È utile in questa fase conoscere l'offerta formativa delle scuole cui intendiamo iscrivere i nostri figli, il tempo scuola in cui essa si articola e le sue concrete modalità operative e condizioni organizzative (compresenze, laboratori…), sapendo che ogni scuola autonoma ha competenza esclusiva ed inalienabile in merito a come realizzare gli obiettivi che si è prefissa e sul come impiegare le risorse assegnatele.
Ricordiamoci che i bambini hanno bisogno di tempi distesi, di un ambiente di apprendimento sereno e non di una scuola povera, piena di contenuti selettivi e stereotipati.

Se iscriviamo i nostri figli per la prima volta alla scuola dell'infanzia :
1.
Rinunciamo all'idea dell'anticipo (le scuole dell'infanzia non sono pensate per i bisogni dei bambini di due anni). I bambini più piccoli hanno diritto ad un servizio educativo su misura qual è l'asilo nido,
2.
Anziché anticipi chiediamo più sezioni primavera cioè luoghi pensati ed organizzati per accogliere i bambini di due anni,

Se iscriviamo i nostri figli per la prima volta alla scuola primaria :
1.
Rifiutiamo il modello introdotto di 24 ore settimanali: nessuna scuola italiana funziona oggi così e siamo certi al tempo stesso che una scuola così povera di tempo e di risorse sia fortemente lesiva dei diritti dei bambini!
2.
Optiamo per il modello orario a 30 ore, specificando che li vogliamo con rientri pomeridiani e con compresenze dei docenti o per il tempo pieno a 40 ore con due insegnanti con compresenze.


Se iscriviamo i nostri ragazzi per la prima volta alla scuola secondaria di primo grado :
1.
Chiediamo il tempo prolungato di 36 o 40 ore settimanali, tenendo conto dei bisogni formativi dei nostri figli e non facciamoci condizionare dalla disponibilità di organico.
2.
chiediamo che vengano garantiti l'insegnamento della 2^ lingua straniera, con pari dignità della prima lingua ed il consolidamento delle competenze di base.

Se i nostri figli sono già frequentanti chiediamo la conferma non solo del numero di ore che hanno a disposizione nel corrente anno scolastico, ma anche del modello organizzativo precedentemente offerto (modulo, tempo prolungato..).
Una massiccia richiesta dei genitori italiani per modelli di tempo disteso della scuola e rispettoso dei tempi di apprendimento dei bambini sarà una importante risposta a chi ritiene che i risparmi possano essere fatti sulla pelle dei nostri figli, che hanno invece bisogno di una scuola pubblica di qualità, bene collettivo, per costruirsi un futuro da cittadini consapevoli.

Roma, 19 dicembre 2008
Coordinamento Genitori Democratici Onlus

RISULTATO PRIMARIE NEL PD




festa Verde 2008 il Dibattito con Gianfranco Massetti


AL SINDACO MASSETTI 70% DELLE PREFERENZE
Al di là delle perplessità espresse in merito alla scelta operata nel PD di procedere con le primarie, come Verdi ci siamo sempre detti fiduciosi per come sarebbe andata, ed oggi non possiamo che rallegrarci del risultato ottenuto da Gianfranco Massetti per il fatto che ciò non fa che confermare nell'opinione pubblica che questa Amministrazione, al di là delle fatiche, ha ben lavorato alla sua guida. Esito meritato perchè riconosciuto.

Gianfranco Massetti ha così risposto alla nostra breve comunicazione:
"Grazie.è davvero una buona giornata;non solo per me ma ,credo, per tutto il centro sinistra di Paderno. Questo risultato è anche il frutto di un lavoro comune di cui voi non siete una piccola parte.
E' una buona premessa per le amministrative del 2009 e una cattiva notizia per il Centro destra".


Di seguito il comunicato stampa diffuso per l'occasione.

Comunicato Stampa
Il sindaco Massetti vince le primarie

Paderno Dugnano (16 dicembre 2008) – Si sono concluse con la vittoria del sindaco Massetti le primarie del Partito Democratico tenutesi domenica 14 dicembre nei quartieri della città. Una riconferma importante per il primo cittadino, che si prepara ora alla sfida vera e propria: quella delle elezioni amministrative di giugno. Il risultato delle urne è netto: il 75% dei votanti ha dato fiducia al sindaco Massetti, mentre il 25% ha scelto la sfidante, Antonella Caniato. Un dato rilevante riguarda l’affluenza al voto: poco più di 1400 i cittadini si sono recati nelle sedi dei Consigli di quartiere per esprimere la propria preferenza e dare così un contributo alla scelta del proprio candidato sindaco. “Sicuramente positiva l’affluenza al voto – commenta il sindaco Massetti – così com’è da sottolineare la mobilitazione di 600 nuove persone che hanno voluto partecipare a queste consultazioni. Mi fa molto piacere che così tanti cittadini abbiamo deciso di avvicinarsi al Pd, dando fiducia all’operato mio e della mia Giunta”.
Le primarie hanno, infatti, accordato la fiducia al sindaco, ribadendo la bontà del lavoro svolto dalla sua Amministrazione e questo è, senza dubbio, di buon auspicio per il futuro, visto che adesso è il momento di avviare la campagna elettorale per il centrosinistra. “Ci sono tutte le premesse – conclude il sindaco – per affrontare serenamente la campagna elettorale in previsione di un importante obiettivo di tutto il Pd e di tutto il centrosinistra: battere il centrodestra”.

Il Sindaco
Gianfranco Massetti

ASSEMBLEA VERDI PROVINCIA A PADERNO DUGNANO 30 novembre 2008





Domenica 30 novembre i Verdi che risiedono a Nord della provincia di Milano, si sono ritrovati per esprimere un giudizio sui quattro anni e mezzo di presenza al governo della Provincia, sui risultati conseguiti e sui problemi aperti Promotori dell'incontro, il Gruppo Consigliare dei Verdi della Provincia di Milano, con i Verdi di Paderno Dugnano ed il Coordinamento provinciale del partito. Erano presenti l'Assessore Ppovinciale Pietro Mezzi, il capogruppo in Consiglio Andrea Gaiardelli e Massimo Molteni, Presidente Provinciale. Tra il pubblico Natale Ripamonti, Presidente della Federazione regionale, amministratori Verdi e numerosi attivisti: da Sesto San Giovanni fino a Pero quasi tutte le realtà locali erano rappresentate.
Nel presentare il lavoro svolto, si è evidenziato come sia stato importante, da un punto di vista strategico, poter gestire una delega come quella al territorio, ai parchi, Agenda 21, mobilità ciclabile e diritti degli animali. Molti risultati importanti sono stati raggiunti nel corso dell'attività: un Piano Territoriale attento al contenimento del consumo del suolo; la valorizzazione dei parchi d'interesse sovra-comunale come risorsa strategica per la sostenibilità (nel 2004 erano 11, ora sono 17 ed entro il 2009 si prevede di arrivare a 21 PLIS); il progetto MIBICI e l'attenzione alla mobilità ciclistica, con il coordinamento e lo sviluppo della rete di piste ciclabili e l'incentivo all'uso della bicicletta; la valorizzazione delle esperienze di Agenda 21 locali, uno strumento partecipativo per lo sviluppo della sostenibilità; le politiche di sostegno alla convivenza tra uomini e animali.
Non sono mancate riflessioni in relazione alla complessità della realtà provinciale e delle problematiche esistenti, “nel corso di un’attività che, in alcuni casi, ha vissuto anche momenti di difficoltà politica”. Si ricorda ad esempio la posizione assunta in Consiglio in relazione alle vicende legate al Piano rifuti con la contestuale costruzione di nuovi inceneritori e senza investire in un'adeguata raccolta differenziata, “I Verdi condividono la struttura generale del Piano, ma non possono accettare la prevaricante posizione di Formigoni che consente a Milano di proseguire con la sua politica ambientale sbagliata” - Riguardo al progetto di ammodernamento della Rho- Monza i Verdi si sono detti consapevoli del fatto che esista un problema di mobilità e che questo vada affrontato; permangono perplessità relative a come si sia proceduto, senza fare una valutazione d'insieme dell'intervento e prendendo in considerazione solo la mobilità su gomma, senza coordinarsi con le scelte urbanistiche locali e progetti di infrastruttura di sistema come la Dorsale verde. “Siamo fiduciosi e crediamo vi sia ancora margine per il confronto e la discussione prima che vengano adottate delle scelte definitive” anche perché è opportuno che opere di tale fatta siano messe in relazione alla questione EXPO 2015, sulla quale i Verdi intendono vigilare.
Nel complesso la valutazione del lavoro svolto al governo della Provincia a giuda Penati è positiva.
La presenza dei Verdi ancora una volta si è dimostrata indispensabile perché certi temi fossero inseriti nell'agenda politica e si innescassero processi virtuoso i anche per l'economia. Prova ne è l'impegno sulle energie rinnovabili ed il risparmio energetico che sta producendo nuove opportunità di lavoro e di profitto in un panorama economico in grave crisi.
Il lavoro dei Verdi alla Provincia di Milano per Paderno Dugnano ha voluto dire ampliamento del Parco Grugnotorto-Villoresi, il completamento di alcuni tratti di ciclabile e la realizzazione, in esecuzione, del collegamento della ciclabile Est-Ovest, Monza – Ticino, lungo il canale Villoresi.

UN VERDE CHE SIA VERDE


di G. Bettin
articolo pubblicato sulla rivista Lo Straniero 2008

Se le equazioni dell’ecologia tornano, il regno della libertà è stato spostato più lontano che mai”: nel suo datato ma preveggente saggio del 1973, “Per la critica dell’ecologia politica” (pubblicato in Italia in “Palaver. Considerazioni impolitiche”, Einaudi 1976), Hans Magnus Enzensberger segnalava così l’irrompere, nel dibattito ideologico e nel confronto storico-politico, nella stessa dinamica del conflitto sociale ed economico, del nuovo paradigma ecologista. Non erano ancora nati i Verdi, neanche in Germania, dove invece cominciavano a svilupparsi le “Burgerinitiativen”, le iniziative civiche che tanta parte avranno negli anni successivi nella formazione e nel radicamento dei Gruenen, oltre che nei loro successi elettorali (che li porteranno anche al governo del Paese, oltre che di importanti città e lander). Enzensberger identificava un carattere piccolo borghese e anche una parzialità e unilateralità di approccio in questa nascente sensibilità e iniziativa ecologista. “Il movimento ecologico”, scriveva, “è incominciato solo dopo che anche i quartieri e le condizioni di vita della borghesia sono stati esposti ai danni ambientali che il processo di industrializzazione porta con sé”. La piccola e media borghesia ormai incapace di difendersi “privatamente“ dall’inquinamento avrebbe così prodotto una nuova ideologia, l’ecologismo (che a sua volta iniziava produrre una vera e propria industria, un grande business, del disinquinamento). Viceversa, “date queste premesse, è facile capire che la classe lavoratrice non si interessi troppo dei problemi ecologici generali, e sia pronta a impegnarsi attivamente solo quando si tratta del miglioramento delle sue condizioni di vita e di lavoro”, e quindi, “non sorprende il fatto che la sinistra europea non si sia impegnata nel movimento ecologico. è vero che essa sceglie certi aspetti della discussione ecologica e li inserisce nel repertorio della sua agitazione anticapitalistica, ma nei confronti delle ipotesi ecologiche di base tiene un atteggiamento scettico”.
Più di trent’anni dopo, non è più possibile dire che l’ecologia sia una mera ideologia piccolo borghese. Non solo il suo statuto di scienza è andato acquisendo credibilità, ma le sue diagnosi e le sue previsioni, ancorché a volte controverse, sono il terreno di confronto decisivo – insieme alla questione degli armamenti – di ogni strategia politica, economica e militare. Anche quando viene ufficialmente rimossa o derubricata a questione tra le altre, quella ecologica (cioè la somma dei problemi legati alla disponibilità di materie prime e risorse energetiche e dei problemi determinati dall’impatto ambientale delle attività umane) è in realtà la vera questione cruciale di quest’epoca, l’oggetto reale del confronto e spesso dello scontro, anche armato, tra superpotenze, potenze regionali, stati nazionali, etnie, lobbies, corporations, perfino gruppi terroristici (a cominciare dal Al Qaeda, che sulle petrocrazie soprattutto mira a metter le mani). Si può utilmente leggere “Ambiente e giustizia sociale”, di Wolfgang Sachs (Editori Riuniti, 2002), per avere un convincente quadro sintetico di questo progressivo intreccio nell’attuale processo di globalizzazione.
Lo stesso disinteresse del movimento operaio e sindacale, e della sinistra politica, è stato, nel frattempo, sostituito da una crescente attenzione, certo spesso infastidita, anche ottusa, ma infine rassegnata alla o persuasa della centralità dei temi ecologici. Enzensberger spiegava la riluttanza e l’avversione della sinistra verso l’ecologia con la presa che su di essa ha sempre avuto il mito del progresso, l’idea che la società liberata dagli inciampi egoistici del capitalismo poteva emanciparsi dalla stretta della necessità ed entrare nel regno della libertà, capace di soddisfare in modo illimitato i bisogni umani. Quel regno che, appunto, “se le equazioni dell’ecologia tornano”, bisogna spostare molto più in là nel tempo, posto che possa realizzarsi.
Ora, al di là del fatto che grandissima parte della sinistra e del movimento operaio ha del tutto rinunciato a porsi il problema di inverare un qualche “regno della libertà” e, più modestamente, si batte soprattutto per miglioramenti sostanziali da ottenere in questo mondo presente, la questione ecologica è diventata uno dei temi forti della sinistra medesima. A parole, soprattutto. Nei fatti, se non è tuttora scettica come allora, dimostra di non saperla in alcun modo integrare in una strategia politica ed economica, in un paradigma culturale nuovo. è come se, pur pensando le stesse cose di trent’anni fa, la sinistra si rendesse conto dell’incombere sui propri paradigmi e sull’intero proprio impianto tradizionale politico e culturale, del tema ecologico, ma non sapesse come concretamente affrontarlo. Ogni volta che la sinistra va al governo questa incertezza si esprime clamorosamente. Ogni volta, cioè, ricomincia come sempre: ribadisce la centralità della crescita, del pil, promette sviluppo, cerca di mandare avanti la macchina produttiva e consumistica alimentandola al solito modo (combustibili fossili e nucleare, quest’ultimo, in Italia bloccato per via referendaria da un paio di decenni, ma sempre più oggetto del desiderio di rilancio).
La scarsa consistenza politica ed elettorale del partito verde italiano – e la sua ancora più scarsa consistenza culturale, da cui deriva la sua poca o nulla autorevolezza – non ha certo aiutato la sinistra ad evolvere. I grandi temi, i grandi impegni in materia, perciò, o vengono del tutto disattesi o si traducono in piccole e medie pratiche certo utilissime (e quanto possa essere utile, ad esempio, la buona pratica della raccolta differenziata dei rifiuti lo si è visto nella crisi della monnezza) che tuttavia non riescono a fare sistema, a produrre un salto di qualità nell’organizzazione complessiva della produzione e del consumo, negli stili di vita e nella scala delle priorità dell’agenda politica, economica e sociale, ancora dominata dal mito e dal diktat della crescita purchessia, dal primato del pil e dall’angoscia da carenza energetica cui sfuggire grazie a una nuova era nucleare (del nucleare “pulito”: certo, come no).
Tutta la fallimentare esperienza del governo Prodi si è giocata su questa linea. A una serie, anche fitta e pregevole, di piccoli buoni provvedimenti “verdi”, si è costantemente contrapposta una politica reale del tutto interna alle logiche sviluppiste tradizionali, tese al rilancio dei consumi, ai sacrifici da fare oggi per reinnescare la crescita domani e avere più ricchezza dopodomani, in un contesto in cui la stessa autonomia energetica si punta a ottenerla sempre al solito modo (inceneritori, rigassificatori, acquisto di energia dalle centrali nucleari degli altri paesi, ricorso alle solite fonti fossili, tentativi di ripartire col nucleare – sì, “pulito”, come no).
Con la fine del governo Prodi finisce anche la seconda esperienza dei Verdi al governo dell’Italia. Finisce male, come tutta la vicenda del governo di centrosinistra, ma rischia di finire ancora peggio la partita tra un approccio che almeno tenti di prendere sul serio nell’azione di governo la questione ecologica – come ormai avviene in tutto il mondo, dall’Australia che su questo punto ha appena visto cambiare la maggioranza di governo con la vittoria di verdi e socialisti, fino, e perfino!, agli Stati Uniti di Bush e di “Terminator” Schwarzenegger, non solo del Nobel “verde” Al Gore – e il solito approccio predatorio, dissipativo, consumista, sviluppista, economicista e industrialista ancorché riverniciato. Rischiamo, cioè, che il fallimento di Prodi spinga a una deriva antiecologica, riportando in auge le più qualunquistiche e superficiali impostazioni neoliberiste e le più interessate visioni di parte (le lobbies energetiche e industriali, e lo stesso complesso militare industriale che sul ritorno al nucleare sta spingendo fortissimamente).
Insomma, nel momento esatto in cui l’intero pianeta sta facendo i conti con la drammaticità e la complessità della crisi climatica ed energetica, cioè con il prodursi pieno della questione ecologica, c’è il rischio che l’Italia torni in mano a chi non l’ha mai riconosciuta nella sua gravita e, nel caso che lo abbia fatto, ne ha per mero interesse mistificato la natura e la portata (Berlusconi, nel 2001, vinse le elezioni ripetendo che “l’effetto serra si farà sentire in un lasso di tempo pari a quello che ci separa da Giulio Cesare”: vinse non malgrado, ma anche grazie a dichiarazioni come questa, musica per le orecchie degli italiani, ai quali questi film piacciono molto). Anche per questo, non finiremo tanto presto di deprecare l’inconsistenza e l’arretratezza politica e culturale dell’esperienza di governo del centrosinistra.
I saggi, le interviste, gli articoli dedicati da questo numero di “Lo straniero” ad alcuni dei temi oggi cruciali dell’ecologia mostrano la rilevanza e l’ampiezza dei problemi che essa abbraccia, dal genoma (come siamo intimamente fatti e cosa si potrebbe fare di noi, nel bene e nel male) alle trasformazioni di paesaggio e territorio (Angioni sul tema, fondamentale, del governo delle trasformazioni, Clément sulla portata generale del rapporto tra presenza umana e spazio) fino al nodo del controllo democratico sul modo di organizzare l’agricoltura, di utilizzare i semi e i brevetti, di strutturare il territorio, il corso delle acque, il rapporto tra produzione e libertà, tra saperi millenari, ricerca scientifica, tra potere politico e corporations, quindi tra sovranità nazionale, culture tradizionali e nuove gerarchie prodotte dalla globalizzazione (Vandana Shiva).
Basterebbe questo per dimostrare, dunque, infondata la critica del 1973 di Enzensberger sulla parzialità dell’approccio ecologico, che in realtà, fin da allora, tendeva piuttosto a essere complessivo e, come si è visto poi, a rileggere il tessuto del pianeta dal proprio punto di vista (che è quello dell’interdipendenza dei fenomeni, della limitatezza delle risorse, della finitezza del mondo). Ma proprio lo sguardo d’insieme che questo numero di “Lo Straniero” consente, conferma la fragilità del pensiero e delle pratiche “verdi” nel nostro paese. Una fragilità che non è soltanto di una parte politica e che non è neanche solo di estrazione “piccolo borghese” come voleva, a suo tempo, l’Enzensberger di “Palaver” (“Palaver” significa anche “fare discorsi inutili”) ma che connota un intero paese, un’intera società, che in essa può leggere, insieme, la propria ipocrisia, la propria arretratezza, il vero deficit di vera modernità che le grava addosso.

domenica 21 dicembre 2008

I VERDI DI PADERNO DUGNANO NELLE ISTITUZIONI

ASSESSORE URBANISTICA, EDILIZIA PRIVATA ed IGIENE PUBBLICA

MICHELE CRAPUZZO

CONSIGLIO COMUNALE

DAMIANO RICCI (Capogruppo)

ROBERTO BOFFI

CONSULTE

CULTURA SCUOLA AMBIENTE:GIOVANNI MORETTI (Presidente)

CONSIGLI DI QUARTIERE

Cassina Amata: GIORGIO ROSSETTI (Presidente)

Incirano: GIUSEPPE BERGNA (Presidente)

Paderno: MASSIMO GOTTARDI (Vice Presidente)

Palazzolo Milanese: FLAVIO MARIANI (Presidente)

Calderara: BURATTIN RENATO( Consigliere)

coordinamento verdi paderno dugnano

COORDINAMENTO

PRESIDENTE: VARISCO ANNA

VICEPRESIDENTE: ROSSETTI GIORGIO

TESORIERE: CAVALLONI MARIA LETIZIA

SEGRETERIA: SPINELLO DIEGO

RESPONSABILE ORGANIZZATIVO: MONTINI ARNALDO

CAPOGRUPPO CONSIGLIERI COMUNALI: RICCI DAMIANO

COORDINATORE CONSIGLI QUARTIERE: MARIANI FLAVIO

CONSIGLIERE FEDERAZIONE PROVINCIALE: DARIA CASTELLI


SCUOLA


Martedì 11 novembre alle ore 21,00, presso la sede di quartiere di Cassina Amata, in Via Reali, 12
i VERDI di Paderno Dugnano organizzano una serata sulla questione della scuola.
Alla serata interverranno LUCIANA TONARELLI (Dirigente scolastico), DARIA CASTELLI (insegnante e
genitore), MATTEO MONTINI (rappresentante d’Istituto per gli studenti), un rappresentante dei genitori
impegnati nelle scuole di Paderno Dugnano. Coordinerà il dibattito Anna Varisco Presidente dei Verdi di
Paderno Dugnano.
La proposta della Ministro Gelmini è divenuta definitivamente legge il 29 ottobre scorso, senza che vi sia
stato alcun confronto democratico. Constatiamo l'assoluta mancanza d'informazione su ciò che sarà della
scuola pubblica e del futuro dell'istruzione in Italia. La preoccupazione ci coinvolge, non solo in quanto
cittadini, genitori e persone impegnate nell'ambito dell'educazione, ma in primo luogo in quanto forza politica
attenta da sempre alla tutela dei diritti e, assieme agli altri partiti che compongono la coalizione di governo
della città, impegnata per il miglioramento della qualità complessiva della vita delle persone che abitano il
nostro Comune. Quale futuro per le famiglie? Quale condizioni d'apprendimento per i nostri bambini? Quali
oneri per un'Amministrazione locale e quale costo, in termini economici, per i cittadini? Quali scenari per i
disoccupati della scuola che la Legge Gelmini inevitabilmente produrrà anche nel nostro territorio?
Il provvedimento è da bocciare, non solo per il processo che innesca di dequalificazione del sistema
educativo in Italia e per i disagi che creerà alle famiglie e alle persone, è da bocciare perché fa parte di
quelle manovre atte a trasferire costi oggi a carico dello Stato e della fiscalità generale, a livello locale, oneri
che così andranno a pesare sui bilanci comunali e per servizi che i cittadini saranno costretti a pagare due
volte: sotto forma di tasse generali (che continueremo a versare) e direttamente, mettendo mano al
portafoglio e pagando tutto ciò che ci viene tolto, data la più che probabile trasformazione di parte di ciò che
oggi è diritto di tutti, in servizi privati o in servizi a domanda individuale.

TI SEI ACCORTO DI QUELLO CHE STA SUCCEDENDO?
Il Governo con la prossima Legge Finanziaria prevede tagli del personale della scuola primaria e dell`infanzia, insegnanti e ausiliari, per 150.000 posti, e tagli delle ore di lezione
SAI COSA VUOL DIRE?
Che per esempio dal prossimo anno dovrai fare una scelta perché il tuo bambino che frequenta la scuola dell’infanzia avrà una sola maestra ed andrà a scuola solo al mattino. Cosa farai? Lascerai il lavoro, oppure pagherai qualcuno per curartelo, cercherai aiuto tra parenti o amici?
CI HAI PENSATO?
Tu che chiedi da tempo un insegnante di sostegno per tua figlia e te l’hanno data solo per la metà del tempodi cui ha bisogno, con questi provvedimenti potrebbe non averlo più.
COSA FARAI?
Potresti rinunciare a farle fare una scuola come quella che frequentano tutti i bambini... oppure potresti andare tu a scuola, a fare quello che dovrebbe fare lo Stato per lei.
L’ISTRUZIONE DEI NOSTRI FIGLI NON PUÒ E NON DEVE ESSERE UNA QUESTIONE DI SOLDI.
DIFENDIAMO LA QUALITÀ DELLA SCUOLA PUBBLICA!
SECONDO L’ULTIMO RAPPORTO O.C.S.E.,
l’Organizzazione internazionale per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico,la scuola primaria pubblica italiana è una delle migliori al mondo.
L’Italia investe più della media degli altri Paesi negli alunni delle elementari ma perde poi terreno a livello di studi secondari e finisce nelle retrovie per le spese in licei e università.
Se le prime a venir indebolite sono la scuola primaria e la scuola dell’infanzia, è perché(con il MAESTRO UNICO e la scuola solo al mattino come se fossimo negli anni '60) si vuole un appiattimento verso il basso!
Tu che affidi i tuoi figli all’istituzione scuola
NON TI SEI CHIESTO SE PER CASO qualcuno non voglia fare degli italiani UN POPOLO DI IGNORANTI?

SIAMO PER DIFENDERE IL RUOLO E LA QUALITÀ DELLA SCUOLA,
LIBERA E PUBBLICA, COME ISTITUZIONE NECESSARIA
PER NOI E PER IL NOSTRO FUTURO.

COMUNICATO RHO-MONZA OTTOBRE 2008


Alla fine del mese di gennaio 2008 le forze ambientaliste della zona ed i Verdi promossero a Paderno Dugnano un'Assemblea pubblica, molto partecipata, nella quale si ebbe modo d'esprimere le preoccupazioni in merito al progetto di riqualificazione e potenziamento della Rho Monza.
Preoccupazioni riportate in un incontro in Provincia all’Assessore Mateucci il giugno scorso Leggiamo, ora, nel comunicato diffuso dalla Provincia di Milano la scorsa settimana, che il progetto preliminare è stato consegnato ad ANAS e che i lavori inizieranno presto.
Non condividiamo, innanzitutto, il metodo con cui il progetto è stato portato avanti, senza alcun coinvolgimento dei cittadini, evitando ogni confronto pubblico per poter individuare un progetto complessivo (in particolare per Paderno Dugnano da coordinare con il futuro intervento previsto sulla Milano – Meda) e condiviso che riducesse al minimo il consumo del territorio e che garantisse una mobilità migliore e diversa, non si basata solo sul trasporto privato su gomma, ma che considerasse anche il trasporto pubblico. Occorreva una verifica degli interventi programmati con i Piani del Territorio di ogni Comune; occorreva un riferimento ai Piani paesaggistici e di salvaguardia ecologica redatti dalla Regione e dalla Provincia; occorreva esaminare la fattibilità di questa infrastruttura non solo come un problema di viabilità, ma come un problema di pianificazione del territorio e dell’insieme delle sue potenzialità
Dall'esamina della proposta, così come formulata nell'ultima versione, pur avendo apprezzato lo sforzo nel voler trovare soluzioni alternative per alcuni dei punti critici evidenziati (nuovo
studio degli svincoli, accessi Rho-Monza e complanari), il progetto preliminare ancora non ci convince per le conseguenze pesanti per il consumo del suolo (si sacrifica una parte del parco del Seveso per farne uno svincolo), l’impatto ambientale (inquinamento acustico, inquinamento da gas di scarico, deturpazione del paesaggio con un ponte definito “avveniristico”), l’impatto viabilistico ( nuovi flussi di traffico portati dall’autostrada, la viabilità locale messa a dura prova con assunzione del ruolo di percorso d’emergenza nei frequenti casi di code e ingorghi sul percorso autostradale).
Se, come si scrive nel comunicato, “il nuovo percorso è pensato per servire al meglio il territorio che coinvolge i comuni di Paderno Dugnano, Bollate, Cormano, Novate e Baranzate” ci domandiamo a favore di chi? Chi pagherà il vero prezzo di quest'opera (anche in termini economici)?
Chi transita dal nostro territorio o chi ci abita? Se il problema era quello di chiudere “il cerchio del sistema delle tangenziali milanesi”, dare “accesso al polo fieristico di Rho-Pero”, fare “un intervento importante e strategico in vista dell’Expo 2015”, se ne deduce, come avevamo per altro già ipotizzato, che prioritario non era, e non è, il problema della mobilità a Paderno Dugnano (anzi) e tanto meno la tutela del suo territorio e della sua vivibilità.
Paderno Dugnano, per la sua posizione e per la sovrapposizione di più sistemi, paga (ancora) un prezzo che altri Comuni non pagano, senza avere alcuna compensazione seria che mitighi gli effetti di questo grave intervento. Gli 8 chilometri di barriere anti-rumore, non riguarderanno, se non in minima parte, il nostro territorio, e il dato dei 270mila metri quadri di opere a verde, oltre a non dire delle aree verdi sottratte (Parco del Seveso) non riguardano Paderno Dugnano.
Nei prossimi anni i nostri territori vivranno un vero e proprio stato d'assedio, per i lavori e per il traffico di attraversamento che si riverserà nelle nostre vie urbane. Ci auguriamo si pensi almeno di accelerare i lavori per le due tram-vie per Limbiate e per Seregno, altrimenti qui non ci si muoverà più. Considerate le necessità presenti e future, siamo sempre convinti sia necessario investire per la realizzazione di una rete di trasporto pubblico con funzione di collegamento est-ovest del nord Milano, che abbia l’obiettivo di intersecare la Fiera, il previsto nuovo polo ospedaliero a Roserio/Novate, le due linee delle FNM che devono, queste sì, essere potenziate e riqualificate.
La nostra posizione su quest'opera rimane critica e su questa faccenda chiederemo un incontro pubblico con i cittadini al quale, ci auguriamo, possano essere presenti tutte le parti interessate, comprese la Regione e la Provincia di Milano con il Presidente Penati.

Associazione dei VERDI “Rossella Tavecchio”di Paderno Dugnano
Associazione “Amici Parco del Grugnotorto”
LEGAMBIENTE Circolo “Grugnotorto” di Paderno Dugnano

festa verde 2008 IL SOLE DI OTTOBRE HA SORRISO AI VERDI DI PADERNO DUGNANO



domenica 19 ottobre

L'undicesima edizione della Festa Verde si conferma come uno degli appuntamenti padernesi più atteso e partecipato. Nel pomeriggio di domenica 19 ottobre sono transitati nell’area allestita del parco del Centro Sportivo Comunale di Via Serra, circa 3.000 visitatori e sono stati consumeti 300 Kg di castagne, un numero record quest'anno, favorito anche dalla bella giornata con il Sole che ride.
La Festa si è aperta sabato pomeriggio con il Torneo di Bocce organizzato grazie all'Associazione AUSER di Paderno Dugnano, vinto dalla coppia Sgavioli e Caradonna.
Le punte più alte si sono avute nel pomeriggio dove i bambini hanno potuto partecipare al laboratorio di pasta di sale, ai "giochi di una volta" proposti dal Circolo locale di Legambiente, ascoltare la favola animata sul tema della diversità e dell'integrazione, mentre gli adulti, oltre a godere delle mostre ed esposizioni realizzate grazie anche alla partecipazione attiva dell'Associazione Artisti Palazzolesi e all'impegno di Giovanni Moretti, si sono potuti cimentare a imparare a ballare la “pizzica salentina” (circa 100 partecipanti) e concludere con le danze popolari accompagnate dal concerto del gruppo folk DAMATRA'.
Di particolare interesse quest'anno l'esposizione, in anteprima europea, della nuova tecnologia a LED, proposta da una Ditta padernese, grazie all'interessamento del Circolo locale di Legambiente .

La festa Verde si è dimostrata ancora una volta una situazione di piacevole aggregazione cittadina, ma anche di sensibilizzazione su temi importanti come la difesa dell’ambiente e della pace, il dialogo tra i popoli, la solidarietà e l'impegno per la difesa della salute. Sono state raccolte 96 firme di cittadini padernesi - che con il loro gesto hanno rivendicato il principio “tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge” - a sostegno del Referendum contro il “lodo Alfano”, per l'abrogazione della legge 23 luglio 2008, n. 124 “Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato" , e, grazie alla presenza di rappresentanti dei comitati genitori/insegnati contro la riforma Gelmini, si è cercato di dare informazione ai cittadini sui provvedimenti che minano pesantemente il futuro e la qualità della scuola in Italia.

Grande partecipazione anche al momento di dibattito ritagliato nel pomeriggio, cui hanno partecipato, oltre alla Presidente dell'Associazione dei Verdi Anna Varisco, il Sindaco Gianfranco Massetti, l'Assessore Verde Michele Crapuzzo e il Capo gruppo in Consiglio Comunale Damiano Ricci, i quali hanno riconfermato l'impegno per un progetto di città solidale e più vivibile da un punto di vista ambientale, la difesa del territorio e l'impegno per una maggiore qualità della vita. Importante è stato il riconoscimento del ruolo e del lavoro svolto dai Verdi a Paderno Dugnano dal 1995 ad oggi, cioè da quando sono, assieme ad altre forze politiche, al governo della città, che il Sindaco ha voluto esprimere, sottolineandone l'imprescindibile necessità di presenza futura.

Hanno partecipato alla Festa Verde edizione 2008 i seguenti gruppi ed associazioni:
AUSER Paderno dugnano, Artisti palazzolesi, Amici del Senegal, Associazione Esposti dell'Amianto AIEA, Libera, Legambiente Circolo locale GRUGNOTORTO, Emergency, Circolo Eco-culturale La Meridiana, Effetto terra, Sommozzatori della terra, ed i comitati genitori/insegnanti contro la Riforma Gelmini.

Festa Verde 2008 Ambiente e Solidarietà


Domenica 19 ottobre 2008
Paderno Dugnano (MI)
presso il Centro Sportivo Comunale di Via Serra


E' giunto il momento, la terza domenica di ottobre,
della "Festa Verde - Abiente e Solidarietà"
che quest'anno, nella sua undicesima edizione,
è dedicata al 60° anniversario della Costituzione Italiana.

La Festa Verde si è sempre caratterizzata principalmente come
spazio dedicato ai bambini con i "giochi di una volta" organizzati
dal circolo locale di Legambiente, con la "fiaba nel parco" a cura
del Circolo Eco-Culturale La Meridiana
e la merenda con prodotti del commercio equo e solidale
curata dall' associazione Effetto Terra.

Ai più grandi la possibilità di cimentarsi con le Danze Popolari Folk:
possono prima imparare a ballare la Pizzica Salentina
e poi divertirsi sulla pista con il concerto a ballo
dei Damatrà e l'animazione del gruppo Danze Folk/La Meridiana.

La novità di questa edizione è la collaborazione
con l' associazione Auser per l'organizzazione
di un libero torneo di bocce
presso i campi del Centro Sportivo Comunale dove si tiene la festa.

La festa sarà ricca di mostre,
a partire da quella di pittura degli Artisti Palazzolesi,
e le diverse Associazioni mostreranno la loro attività.
Legambiente mostrerà le possibilità di risparmio energetico
e di efficienza della nuova illuminazione a LED.

Non mancherà il dibattito con tematiche locali,
interverrà il sindaco di Paderno Dugnano Gianfranco Massetti.

E... caldarroste per tutto il giorno.

sabato 20 dicembre 2008

LA CITTA CHE VOGLIAMO

CONTRIBUTO VERDI PADERNO DUGNANO PER L’ASSEMBLEA NAZIONALE DI LUGLIO 2008

DOCUMENTO DI CONTRIBUTO VERDI PADERNO DUGNANO PER L’ASSEMBLEA NAZIONALE DI LUGLIO 2008

La domanda di fondo è una: i Verdi servono ancora? O meglio: stante la società attuale, è utile la presenza di un soggetto politico come quello Verde? La risposta per noi è semplice: sì, ora più che mai c’è bisogno dei Verdi.
Difficile è invece dare un’altra risposta: quale l’azione dei Verdi in questa situazione di difficoltà?
Un percorso è già stato individuato, dare una valutazione in merito ad una scelta che già è stata operata, non avrebbe senso.
Vogliamo invece avanzare alcune considerazioni che possono essere utili in questa fase di elaborazione politica e progettuale cui siamo chiamati.
Noi riteniamo che i Verdi debbano ritornare sul territorio, fare un “bagno d’umiltà”, rapportarsi in maniera significativa con la gente e con le associazioni.
La dimensione locale è l’unico luogo oggi certo d’azione politica che può garantire la possibilità d’incidere e di dare senso all’operato dei Verdi; una dimensione nella quale è possibile condividere tra gli attivisti fiducia e prospettive, dove è possibile riscontrare capacità d’azione e coerenza reciproca; una dimensione nella quale il fatto di conoscere a fondo gli altri interlocutori politici, consente di fare prefigurazioni, anticipare le possibili dinamiche, definire alleanze.
Fuori dall’arena parlamentare esistono due tipi di strumenti a disposizione: quelli istituzionali - la rappresentanza nelle circoscrizioni, nei consigli, comunale, provinciale e regionale, ed all’interno delle giunte - e quelli che il patrimonio di relazioni tessute e le opportunità presenti nei territori offrono.
L’azione locale ha la possibilità, se azione capace di senso e corale, di orientare il globale , e per questo anche il raccordo politico su più livelli è di fondamentale importanza.
Agire localmente è il punto da cui partire, ma non ci si deve fermare lì.
Esiste anche il bisogno di riconoscersi in un soggetto politico nazionale, dove però si possa trovare coerenza tra ciò che ognuno di noi è e chi ci rappresenta. Non ci possono essere compromessi.
Deve anche esserci, rispetto al passato, meno tecnicismo e più elaborazioni politica.
Valutiamo l’atteggiamento assunto dalla nostra dirigenza subito dopo il risultato elettorale incosciente rispetto alla propria responsabilità; esecutivo e presidente avrebbero da subito dovuto dare le proprie dimissioni. Non possiamo che sospettare in ciò, il tentativo di riproposizione del vecchio organigramma.
Si vuole cambiare lo statuto, ma non si dice perchè e come. Regole verso un maggiore accentramento o regole per il decentramento democratico?
I Verdi non sono mai riusciti ad attuare il federalismo che intendevano; non si e’ stati in grado di attuare la “rete” auspicata. Il gruppo dirigente in questi anni ha fatto in modo che ciò non fosse praticabile, indebolendo i livelli locali ed attuando politiche di forte accentramento.
Voltare pagina può solo voler dire uscire da queste logiche, dare spazio ai processi di bottom-up auspicati e praticare coerentemente il federalismo.
La gestione del partito deve a nostro parere essere su base regionale, organizzata sul principio della sussidiarietà, e rendere così effettivo il federalismo Verde. Le regole, così come sono state gestite sul livello nazionale, sino ad ora sono solo servite a mantenere il potere centrale.
Bisogna, quindi, rafforzare il livello locale, favorire la nascita di gruppi e associazioni, rivedendo per esempio la regola del “riconoscimento” e definire che, ovunque potenzialmente i Verdi possano essere presenti,sempre nel rispetto dei principi ispiratori, ci debba essere titolarità del simbolo e inclusione
democratica e partecipativa alla vita del partito, - anche solo a partire da un gruppo ristretto di persone che sentono di aderire alla nostra proposta politica e farsene promotore -.
Fissare un tetto d’iscritti per il riconoscimento, si è potuto verificare in questi anni che non tutela. Quindi non serve.
Siamo per togliere le condizioni al riconoscimento delle Federazioni provinciali e regionali; solo sul livello locale vanno a nostro parere mantenuti dei vincoli, anche se più equi e meno onerosi. Ovunque i Verdi siano presenti, devono essere visibili e partecipare alla vita del partito su tutti i livelli.
Vanno riviste sicuramente le incongruenze proporzionali contenute nello Statuto - rapporto numero abitanti e numero tesserati sui diversi livelli – ed esplicitate in maniera chiara all’interno dello Statuto le modalità ed i tempi secondo cui le Federazioni Regionali debbano organizzare annualmente il tesseramento, e non
delegare più tale opzione all’Esecutivo ed al Consiglio Federale Nazionale.
Ogni modifica di questi aspetti dovrebbe secondo noi passare per una modifica statutaria. La linea politica e la gestione del simbolo devono invece riguardare il livello nazionale.
Eleggere subito un nuovo presidente non appena varate nuove regole, cioè contestualmente o subito dopo l’Assemblea nazionale, sarebbe scorretto e pericoloso.
Riteniamo che l’appuntamento di luglio debba dare il via ad un percorso che si concluda con il Congresso Nazionale - e l’elezione di un nuovo presidente - da realizzarsi entro non oltre la fine dell’anno.
Il confronto politico interno avrà sicuramente bisogno di tempo: non vogliamo un dibattito condizionato dalle contingenze, ma neanche arrivare impreparati e senza una linea politica definita alle scadenze elettorali del 2009.
Mentre accade di tutto, i Verdi sono impegnati a rifare le regole, invece di partecipare al dibattito politico – nucleare in primis, emergenza rifiuti... restrizione delle libertà… militarizzazioni... tutela dei più deboli -.
Questo ci sembra assurdo e pericoloso.
Abbiamo da tempo assistito, ad una burocratizzazione e ad un eccesso di tecnicismo che, di fatto, hanno paralizzato l’azione politica dei Verdi. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo.
Abbiamo bisogno di darci prospettive, per noi e per la gente che ci segue.
La modalità “una tessera, un voto” deve rimanere valida solo sino al livello provinciale. Ai livelli successivi la scelta deve essere quella di procedere per delegati, che risulta essere la più equa e trasparente.
Va rivista la norma che il numero dei delegati sia stabilito in base al “peso” elettorale e d’iscritti delle diverse province e regioni, questo non perché non sia cosa giusta, quanto perché può riproporre il sistema oligocentrico che ha guidato i Verdi almeno dal 1998.
Nello statuto deve essere altresì inserita la norma del limite dei mandati, a qualsiasi livello, sia di partito che istituzionale, senza deroghe e senza la possibilità del cumulo di cariche, perché non è presidiando le posizione di potere che si fanno crescere i Verdi.
Cosa vuol dire per noi essere Verdi ed essere un partito.
Oggi i Verdi sembrano tutti concentrati sulla questione “partito”. In fondo i Verdi non hanno mai voluto essere davvero un partito.
Il tentativo di costruire un soggetto partito-non partito, capace di tenere insieme diverse tensioni e movimenti, attraverso una strutturazione lasca che consentisse a tutti di “stare dentro”, non ha che prodotto irrigidimenti e argini laddove non avrebbero dovuto essercene e nei fatti la realizzazione non tanto di una
“casa verde”, auspicata quando alla guida c’era Manconi, quanto “un insieme estremamente eterogeneo”.
Quando si è “un insieme estremamente eterogeneo”, il problema è essere riconoscibili.
Essere eletto significava in tutto e per tutto “essere portavoce”, chi metteva la faccia e la parola, non solo le sue, e quindi essere il partito. Quando non ci sono contenuti espliciti e chiari, è il personalismo che viene avanti. Non dobbiamo colpevolizzare gli altri del nostro insuccesso. Tre le questioni importanti:
1. nel 2006 non abbiamo capito come combattere il presidenzialismo – il riferimento e’ alla composizione delle liste;
2. in questi due anni di governo abbiamo dato ‘impressione di non essere una “forza di governo”, ed il risultato elettorale ne è la conferma. da tempo il simbolo dei Verdi non ha rappresentato se stesso, ma si è presentato associato a quello di altri:
nell’Ulivo, con lo Sdi e con i Pdci... Infine scomparso nella Sinistra Arcobaleno…
E’ necessaria una distinzione: un conto sono le alleanze politico-programmatiche, altra cosa è pensare ad un unico soggetto: i Verdi devono fare i Verdi; né nel Pd, né nella Sinistra. I Verdi devono fare i Verdi e lo possono fare anche all’interno di alleanze, su un programma condivisibile, altrimenti la scelta è l’opposizione, anche se stare all’opposizione vuol dire avere risultati sicuramente differenti
Nel fare delle alleanze si deve meglio valutare il livello di dinamismo, condizione fondamentale per un partito Verde, di coloro con i quali ci si allea; non è opportuna un’alleanza, al di là della presenza di valori condivisi, con forze politiche monolitiche, incapaci di parlare di futuro e di dialogare con il presente, ferme ad analisi e prospettive totalmente oggi scollate dalla realtà.
Noi Verdi siamo, dobbiamo essere, una forza dinamica. Oggi non siamo nulla, ma dopo questo nulla, per noi non c’è un PUNTO
I Verdi hanno sempre avuto bisogno di vedersi assegnata una “collocazione politica”, non se la sono mai data. Anche se forse davvero il nostro elettorato “non è” solo di “sinistra”, la nostra collocazione è a sinistra, per i valori etici ed il modello economico e sociale in cui crediamo, nettamente in contrasto con il neoliberismo.
Esiste in ogni caso uno scarto di cui dobbiamo necessariamente tenere conto e che ci fa ribadire l’importanza del ruolo di un soggetto politico Verde nell’arena politica, lo scarto tra il modello economico e sociale proposto da molte delle altre forze politiche di centro - sinistra e sinistra, e quello proposto dai Verdi,
uno scarto che si gioca tutto nel peso dato al tema della crescita, del pil, dello sviluppo, e nella scelta di come mandare avanti la macchina produttiva (e consumistica) e attraverso quali fonti energetiche alimentarla.
Il motto: “Né a destra, né a sinistra ma oltre”, e’ stato sicuramente manipolato ed utilizzato da più parti all’interno dei Verdi, a motivazione di qualsiasi scelta, anche incoerente con l’etica ecologista della politica, snaturandone il senso che crediamo volesse avere, e cioè quello di pensarsi come un soggetto politico capace
di andare oltre gli schieramenti, oltre il collocarsi tipico della partitocrazia “con o contro”, a prescindere dai contenuti e dalle modalità di raggiungimento degli obiettivi; obiettivi che, seppur condivisi in un’alleanza programmatica, possono essere perseguiti secondo logiche eticamente ed ideologicamente non condivisibili,
per esempio come nel caso della questione della giustizia sociale e del problema della casa: la facilità con cui sempre a destra, e con grandi tentazioni a sinistra, si guardi a soluzioni che comportano il consumo del territorio, non può riguardare i Verdi. Oltre quindi come azione di cambiamento culturale radicale, che ha come interlocutori, sia in senso oppositivo che positivo, tutti i cittadini e tutte le forze politiche che li rappresentano, di là della loro collocazione politica. Oggi questo “oltre” deve essere rappresentato dai Verdi. Ciò che temiamo è una
“diaspora” che, stante la condizione attuale dell’assetto politico italiano, difficilmente potrà rappresentare la soluzione vincente (da un 2%, che non è più, all’auspicato 4 o 5%).
Presidiare, esserci il più possibile, osservare, comprendere, scegliere e agire partecipazione.
Non è più pensabile una gestione del partito qual è stata sino ad ora.
Alle dinamiche inquinate ed alle pressioni di corrente o area bisogna dire basta, e fare del confronto e del dibattito su diverse posizioni, un’opportunità per trovare, tra tutte le risposte possibili, la soluzione migliore, mediando tutti dalle proprie posizioni e cercando sempre un punto di equilibrio.
Bisogna creare una presenza politica capace di partire dai problemi, capace di metterli in discussione nel proporre soluzioni concrete, utili e sostenibili.
Dobbiamo essere una forza capace di condizionare il dibattito politico, sia dall’opposizione che al governo.
Occuparsi di tutto vorrebbe dire non occuparsi di niente. Occuparsi di ambiente è invece la priorità.
Ambientalismo ed ecologismo come chiavi che propone un diverso paradigma economico e sociale, la sola strategia che crediamo vincente per agire giustizia sociale e solidarietà, valori che, lo ribadiamo, sicuramente stanno a sinistra.
Nell’ultimo periodo l’unica campagna nazionale per l’ambiente è stato solo il Patto per il clima; una campagna risoltasi nel “lancio”, che non ha avuto seguito né radicamento nel territorio.
Pensiamo si debba ripartire da qui, proponendo alle altre forze politiche ed alla società civile un patto per il
clima non solo nazionale ma soprattutto locale, strumento attraverso il quale si devono riscrivere le alleanze programmatiche in previsione delle prossime elezioni amministrative del 2009.
Si deve cioè ripartire dall’identità ecologista, aprendosi alle associazioni, ai gruppi, a chi crede in certi valori, operando non per slogan ma attraverso azioni concrete, precise, ordinate. A livello locale, e non solo, sappiamo che c’è bisogno dei Verdi perché il Centro Sinistra possa vincere. L’attacco all’ambiente è ormai serrato da più parti. Non possiamo perdere altro tempo.

Paderno Dugnano, li 3 giugno 2008
Associazione dei Verdi Rossella Tavecchio di Paderno Dugnano

PATTO PER IL CLIMA PADERNO DUGNANO


I PUNTI DEL PATTO PER IL CLIMA PER PADERNO DUGNANO

politica energetica: utilizzo energie rinnovabili, a partire dal sole; risparmio ed efficienza, ridurre al minimo gli sprechi intervenendo per prima cosa sugli edifici pubblici, sulle scuole, puntando all’informazione ai cittadini, sull’accesso agli incentivi e sulla preparazione dei tecnici

consumare meno e consumare meglio
puntando più alla qualità che alla quantità: informare i cittadini e i commercianti, incentivare gli esercizi commerciali alla distribuzione di prodotti di qualità e non inquinanti, del biologico e senza Ogm, prodotti di stagione, attenti agli imballaggi e a filiera corta.

conferma delle scelte urbanistiche fatte in questi anni: limitare il consumo delle aree libere, riqualificazione dell’esistente, lotta all’abusivismo, costruzione del Parco del Grugnotorto e del Parco del Seveso – favorendo agricoltura biologica e libera da Ogm ampliamento dei parchi Borghetto, Gadames, Spinelli, recupero aree dismesse puntando all’innovazione tecnologica, bonifica delle aree, verde, servizi e alloggi di edilizia residenziale pubblica e alloggi in affitto, incentivi al ricorso alla bioedilizia

mobilità: investire in sicurezza ma anche nel trasporto collettivo pubblico e privato: ammodernamento/interramento Ferrovie Nord, riqualificazione delle due linee tranviarie; potenziamento del trasporto misto, bicicletta + treno, valorizzazione delle vie pedonali e ciclabili con collegamenti comunali e intercomunali; pedonalizzazione degli accessi alle scuole.

rifiuti: portare la percentuale della raccolta differenziata dal 50%. al 70% -80%, percentuali raggiunte in tanti comuni, riducendo la quantità prodotta, recuperando, incentivando la raccolta differenziata ed il riciclo.

acqua = bene comune: mantenere l’acqua come bene pubblico, contrastare la disinformazione e scegliere comportamenti come, ad esempio, distribuire nelle mense scolastiche l’acqua proveniente del rubinetto

verde e contrasto ai processi di desertificazione:
piantumazione, rimboschimento, salvaguardando le biodiversità, delle aree acquisite in questi anni dall’Amministrazione Comunale e la loro messa a disposizione dei cittadini.

democrazia e processi di partecipazione:
bilancio partecipato, consulte, progettazione partecipata sono scelte valide che vanno estese ad altri settori e incentivate con ulteriori investimenti ed introduzione per il sistema informatico del Comune di software aperti e condivisi

giustizia e diritti:
distribuzione equa dei beni sociali e grande attenzione ai più deboli; anche per il futuro, continuare a destinare quote consistenti alla spesa sociale ed al diritto allo studio

nonviolenza: puntare alla formazione soprattutto delle nuove generazioni destinando più risorse a interventi culturali e progetti educativi che abbiano come tema la pace, la tolleranza, la mediazione.

cooperazione tra i popoli: continuare nell’impegno e più partecipi i cittadini perché la cultura della “cooperazione” divenga cultura cittadina, capace di accogliere e di donare dentro e fuori la comunità locale.

dare futuro ai giovani e costruire nuove opportunità di occupazione: riconversione ecologica dell’economia e investimenti nelle nuove tecnologie, nei saperi,nella ricerca; attuazione di politiche per il protagonismo e la partecipazione dei giovani, sostegno per l’uscita da casa: lavoro e alloggi.

Intendiamo continuare a lavorare per riuscire ad ampliare il consenso attorno a queste proposte, coinvolgere gruppi, associazioni e più persone possibile perché c’è bisogno di una vasta, ricca, influente area politica ecologista, pacifista, nonviolenta, autonoma e innovatrice, che porti a costruire un’alleanza in grado di contribuire, con l’azione locale, ad affrontare la grande sfida posta a tutta l’umanità e all’intero pianeta dal cambiamento climatico in corso, una sfida di fronte alla quale siamo tutti chiamati a dare il meglio di noi.
I VERDI DI PADERNO DUGNANO

giovedì 18 dicembre 2008

s.p.46 RHO –MONZA PER I TERRITORI A NORD DI MILANO SI STA PREPARANDO UN FUTURO DI NUOVO ASFALTO, NUOVO TRAFFICO, NUOVO INQUINAMENTO?

TESTO DEL VOLANTINO IN DISTRIBUZIONE A GENNAIO 2008
E’ questo quanto prevede il progetto definito di “riqualificazione e potenziamento della Rho-Monza e della Milano-Meda” elaborato dai tecnici della Provincia e sostenuto da Regione, Anas, Milano Serravalle e Autostrade per l’Italia? Dove “Riqualificazione e potenziamento” significa trasformare le due superstrade provinciali in vere e proprie autostrade, con l’aumento delle corsie, la soppressione di alcuni svincoli, la modifica del tracciato, la creazione di strade complanari per il traffico locale.
Un progetto studiato senza alcun coinvolgimento dei cittadini e dei comuni interessati, evitando ogni confronto per poter individuare un progetto complessivo e condiviso che riduca al minimo il consumo del territorio, l’inquinamento da traffico e che garantisca una mobilità migliore e diversa, che non si basi solo sul trasporto privato su gomma, ma che consideri anche il trasporto pubblico.

“RIQUALIFICARE” LA RHO MONZA ?
Il progetto, sotto il nome accattivante di “riqualificazione e potenziamento della Rho Monza e della Milano Meda”, è in fase di definizione. Ci sembra giusto che non siano solo i tecnici della Provincia di Milano, della Regione, dell’ANAS, delle società autostradali Milano Serravalle e Autostrade per l’Italia a decidere modalità di trasporto e percorsi stradali. Le Associazioni dei Verdi di Paderno Dugnano, Cormano e Novate Milanese propongono un percorso democratico di consultazione dei cittadini per poter individuare una soluzione che riduca al minimo il consumo del territorio, l’inquinamento da traffico e che garantisca una mobilità migliore e diversa, che non si basi solo sul trasporto privato su gomma, ma che consideri anche il trasporto pubblico.
Cosa bolle in pentola?
“Riqualificazione e potenziamento” significa trasformare le due superstrade provinciali in vere e proprie autostrade, con l’aumento delle corsie, il diradamento degli svincoli, la modifica di alcuni raggi di curvatura.
Per la Milano-Meda il progetto è ancora in fase di studio di fattibilità e i finanziamenti sono ancora da definire. La Rho-Monza, considerata itinerario di completamento della tangenziale Nord Milano, è in fase di progettazione più avanzata. E’ già stato definito l’ammontare dei finanziamenti (250 milioni di €) e chi dovrà sobbarcarsene l’onere: le società autostradali Milano Serravalle e Autostrade per l’Italia. Esse in cambio ne trarranno il vantaggio dell’allungamento dei tempi di concessione e della possibilità di “far fruttare “ commercialmente le aree adiacenti il percorso autostradale; viene esclusa (per ora) l’introduzione del pedaggio
Osservazione critica
L’obiettivo dichiarato dell’intervento allo studio è quello di garantire L’accessibilità alla fiera di Rho-Pero. A tale proposito è necessario sottolineare la forte criticità rappresentata dal fatto che l’ulteriore aumento dell’accessibilità stradale al polo fieristico si scontra con la limitata capacità dello stesso ad assorbire il traffico privato; e la dimostrazione l’abbiamo avuta nel mega ingorgo dello scorso mese di novembre (Fiera del ciclo e motociclo). La
soluzione vera consiste nel garantire efficienti mezzi di trasporto pubblico verso la Fiera. Va inoltre considerato l’intento di offrire uno sbocco verso Milano ai flussi di traffico provenienti dal nord della Lombardia attraverso la Pedemontana, che avrà un raccordo con la Milano-Meda proprio a Bovisio Masciago.
Infrastruttura e territorio Le diverse ipotesi di percorsi autostradali sono ora al vaglio dei Comuni interessati. Ma ogni Comune è stato coinvolto separatamente e limitatamente al tratto di percorso che riguarda il suo territorio. La regia globale rimane esclusivamente in mano ai tecnici. Manca una idea e una struttura di coordinamento tra i Comuni che va realizzata al più presto e al più alto livello (Sindaci).
Che conseguenze avrà questo progetto oltre che incanalare maggior traffico nelle nostre città?
 Paderno Dugnano, il raccordo tra Milano-Meda e Rho-Monza avrà dimensioni
colossali, in quanto lo studio prevede la realizzazione di 6 nuove corsie oltre ai diversi svincoli. Sono al vaglio 3 diverse ipotesi, aventi in comune un enorme consumo del suolo e un fortissimo impatto visivo, acustico e di inquinamento sull’ambiente circostante.
 Novate, Bollate e Baranzate la capacità di traffico verrà triplicata rispetto ad
oggi, con il raddoppio delle corsie e la realizzazione di una strada “complanare” per il traffico locale.
 Novate e Cormano la modifica del raggio di curvatura al percorso della Rho Monza comporterebbe l’occupazione di una fetta consistente del Parco Agricolo (PLIS)
tale da comprometterlo seriamente.
 Prospettive preoccupanti per le trasformazioni territoriali che potrebbero Verificarsi nelle aree limitrofe all’infrastruttura riqualificata

Perciò non si può che essere preoccupati, a causa delle conseguenze pesanti per:
1) il consumo del suolo (sia le decine di ettari di superficie stradale in senso stretto, sia le aree adiacenti pesantemente condizionate)
2) l’impatto ambientale (inquinamento acustico, inquinamento da gas di scarico,
deturpazione completa del paesaggio)
3) l’impatto viabilistico ( nuovi flussi di traffico portati dall’autostrada, la viabilità locale messa a dura prova con assunzione del ruolo di percorso d’emergenza nei frequenti casi di code e ingorghi sul percorso autostradale). Intanto si ridimensiona il trasporto pubblico su rotaia, limitato alla metro-tranvia Milano-
Desio-Seregno (la Milano-Limbiate rimane solo sulla carta).
Proposte
Quale sarà il prezzo che i territori di Paderno, Cormano, Novate, Bollate e Baranzate
dovranno pagare per quest’opera che privilegia ancora una volta il trasporto privato su gomma invece che attraverso mezzi pubblici?
Nei prossimi mesi lo sapremo, ma noi non siamo disposti ad accettare soluzioni che
compromettano il progetto di città che da anni stiamo cercando di realizzare.
Quindi chiediamo di verificare la fattibilità di una proposta così articolata:
1. Le Amministrazioni Comunali interessate devo essere contattate tutte assieme dalla
Provincia. Vogliamo sapere qual’è il disegno complessivo e quali sono gli obiettivi di questo intervento
2. Ridurre drasticamente l’investimento puramente stradale per la Rho-Monza,
limitando le opere di riqualificazione all’eliminazione degli attuali tre punti di
strozzatura:
 il raccordo tra Rho-Monza e Milano-Meda (nei 2 sensi di immissione);
 la riduzione ad una sola corsia in territorio di Novate;
 rotonda con la Varesina a Baranzate.
3. Su Bollate e Baranzate occorre individuare una soluzione compatibile con il
territorio e condivisa con i cittadini della zona.
4. Avviare, con le risorse restanti, la realizzazione di una rete di trasporto pubblico con funzione di collegamento est-ovest del nord Milano, che abbia l’obiettivo di intersecare la Fiera, il previsto nuovo polo ospedaliero a Roserio/Novate, le 2 linee delle FNM e le 2 tramvie per Limbiate e per Seregno (che devono, queste sì, essere potenziate e riqualificate).
5. Occorre una verifica con i Piani regolatori di ogni Comune; occorre un riferimento ai Piani paesaggistici e di salvaguardia ecologica redatti dalla Regione e dalla Provincia; occorre esaminare la fattibilità di questa infrastruttura non solo come un problema di viabilità, ma come un problema di pianificazione del territorio e dell’insieme delle sue potenzialità Associazione dei Verdi di Paderno Dugnano, Cormano, Novate Milanese

COMUNICATO 27 novembre 07

27 novembre 2007
Di seguito il comunicato che i Verdi di Paderno Dugnano hanno inviato ai giornali in relazione alla pubblicazione ed allo spazio di grande rilievo, dati alle dichiarazioni del consigliere della Lega Nord di Paderno Dugnano.

LA SCUOLA DELLA LEGA NORD INSEGNA: QUANDO NON SI HANNO ARGOMENTAZIONI E CAPACITA' POLITICA, PER METTERSI IN MOSTRA SI URLA , usando strumenti denigratori CONTRO QUALCOSA O QUALCUNO.



In generale nella storia, da Esopo in poi (ricordate la fiaba del lupo e dell'agnello?) ogni prepotenza, discriminazione o persecuzione è tradizionalmente attuata mediante il ricorso a meccanismi di vittimizzazione dell'aggressore, in altre parole nel nostro caso il consigliere della Lega Nord e quei cittadini che sembra voler difendere, e colpevolizzazione delle vittime, ovvero l'avversario politico che sta facendo bene il suo lavoro e che per questo dà molto fastidio.

Cerchiamo quindi di dare qualche indicazione per far capire le reali motivazioni che da mesi spingono la Lega Nord a Paderno Dugnano ad attaccare i Verdi ed i suoi rappresentanti nelle istituzioni.

La Lega Nord propose un ordine del giorno in Consiglio Comunale sul Parco di Grugnotorto qualche mese fa; i Verdi, preoccupati del sicuro allentamento della tutela del parco che ne sarebbe derivato con la sua approvazione, proposero di modificarlo inserendo la richiesta di riconoscimento a Parco Regionale del Parco Grugnotorto, ad oggi parco locale d'interesse sovracomunale. Visto il diniego da parte della Lega Nord all'inserimento di tale proposta, votarono contro e tale votazione provocò un attacco sopra le righe da parte della Lega Nord nei nostri confronti.

Succede intanto, notizia di questo mese, che l'assessore regionale della Lega Nord, il signor Davide Boni ha dichiarato di voler presentare un altro emendamento alla sua modifica della legge 12/2005 - il Testo Unico sull'Urbanistica - che attribuisce ai Comuni la facoltà di prevedere attraverso i PGT Piani di Governo del Territorio, espansioni insediative nel territorio dei Parchi Regionali. Secondo quanto previsto da quest'emendamento, in caso di contrarietà dell'ente Parco, la Regione Lombardia potrebbe intervenire con procedure addirittura semplificate e accelerate, dando, di fatto, la facoltà di edificare nel Parco. La minaccia è seria per tutti i parchi regionali lombardi - Montevecchia Valle del Curone, il Parco della Valle del Lambro, il Parco delle Groane, quello dell'Adda Nord.- figuriamoci per quelli che ancora non lo sono, come ad esempio il Parco di Grugnotorto!

Questa proposta di Boni ha incontrato sin da subito l'opposizione degli ambientalisti e dei Verdi, che hanno avviato una raccolta firme per il ritiro del provvedimento, ma anche in seno alla stessa Lega Nord vi sono state alcune difficoltà (per la verità solo di recente, visto che la notizia è apparsa su un giornale nazionale il 21 novembre scorso…un ritardo che fa pensare…) e che il relatore all'emendamento, un esponente della Lega Nord, ha comunicato che proporrà una modifica nella prossima Commissione d'esame. Siamo in attesa di sapere quale novità estrarranno dal cappello… Certo è che, indipendentemente, o se volete "dipendentemente", da ciò che accadrà, resta il significato politico della questione: la Lega Nord presenta nei Comuni del Parco di Grugnotorto il medesimo ODG, quello respinto anche da noi Verdi, e poco dopo un suo Assessore in Regione propone un emendamento che darebbe, di fatto, il via alla cementificazione dei parchi…

Evidentemente le conclusioni cui eravamo arrivati erano vere. Non a caso il Consigliere della Lega Nord, in Consiglio Comunale, nelle Commissioni Consiliari, sui giornali locali continua ad attaccare i VERDI e quanti si battono realmente contro la cementificazione e in difesa del territorio.



Queste sono solo alcune delle considerazioni in merito alla campagna denigratoria che costui sta conducendo contro L'Assessore Verde Michele Crapuzzo, una battaglia fatta d'illazioni false e allusioni velenose che lasciano in ogni modo intendere la povertà di dibattito che un tale partito è in grado di promuovere a livello cittadino. L a Lega Nord, dopotutto, si presenta da sé e così i suoi esponenti, ed il suo Consigliere è solo uno dei rappresentante di quel tipo di cultura. La città è ricca dei segni della maleducazione, della prepotenza, della violazione pubblica di un partito che non rispetta altri che i propri interessi. Scritte ovunque, muri imbrattati, opere di pubblica utilità sfregiate di frasi che inneggiano alla violenza razzista ed alla prevaricazione. Non c'è un segnale stradale, un lampione, un cestino dei rifiuti senza un adesivo firmato Lega Nord. Un danno al decoro della città, alcune volte un danno alla sicurezza dei cittadini, quando addirittura questi adesivi sono incollati sulle luci dei semafori, e gravoso per le casse del Comune se dovesse ripulire, riverniciare pali e muri, e sostituire i segnali stradali danneggiati. Immaginatevi una città governata da questa gente…



I VERDI DI PADERNO DUGNANO





Paderno Dugnano, li 27 novembre 2007

Congresso dei Verdi di Paderno Dugnano, giugno 2007
Intervento di Anna Varisco

Il Congresso dei Verdi di Paderno Dugnano si apre oggi in una fase politica, non solo italiana, davvero particolare.
Volendo guardare ai temi posti in discussione nel precedente congresso, solo un anno e mezzo fa, la sensazione è che siano molto lontani, non nel contenuto né negli obiettivi ancora validi, ma per via della strada percorsa, anche per noi come federazione regionale e provinciale, della densità di situazioni, equilibri e questioni che abbiamo e stiamo ancora affrontando, tante quelle ultime in ordine di tempo:
il risultati di oggi dei ballottaggi, su 9 comuni della provincia solo Cernusco va al centro sinistra,
la vittoria della destra di Sarkozy al primo turno delle legislative in Francia, anche se solo domenica prossima al secondo turno prenderà contenuti numerici definitivi,
le intercettazioni D’Alema-Consorte..
ma anche i due cortei di sabato,
la visita di Bush in Italia e come non siano stati toccati con lui certi argomenti, neanche quello della pena di morte con la Comunità di S. Egidio.
La nuova revoca da parte di Bush all’apertura del G8 della firma al Protocollo di Kyoto.

Tutte questioni, queste, che non possono essere ignorate, e per l’impegno militante che richiamano in un Nord in mano al centrodestra, e per quell’ecologia della politica che come verdi rivendichiamo e perseguiamo non senza fatica in un sistema politico che assume forme non sempre trasparenti, e per le nostre radici nei movimenti, l’ “arcipelago verde” ed il rapporto come partito con i movimenti…

Il mio intervento questa sera non potrà ignorare gli scenari, in ogni caso vorrei provare a dimostrare come il nel cappello a convocazione di quest’assemblea La lotta ai cambiamenti climatici, una SVOLTA ECOLOGICA E SOLIDALE NELL’ECONOMIA E NELLA SOCIETA’ sia una direzione che molto abbia a che fare e nella spiegazione dell'impasse, chiamiamolo così, e nelle direttrici politiche possibili.

LA LOTTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
UNA SVOLTA ECOLOGICA E SOLIDALE NELL’ECONOMIA E NELLA SOCIETA’
La crisi climatica, percepibile ormai nell’esperienza quotidiana e misurabile da chiunque, ci dice che la parte ricca e sviluppata del mondo non può continuare così, non può più non saper immaginare altra “crescita” che questa.
Oggi vi sono gradi diversi di consapevolezza su questa faccenda, anche in ambito politico mondiale.
Vi sono paesi “in via di sviluppo” che si pongono seriamente la questione, molti dei quali nonosante non abbiano i mezzi per affrontarlo. Invece il nostro mondo ricco ancora non si è impegnato come avrebbe dovuto sul Protocollo di Kyoto, poco o mai rispettaro e che, anzi, è stato spesso usato strumentalmente, come nell'acquisto di quote di emissioni.
Anche il costituendo Partito democratico trascura totalmente la questione. Il problema ambientale in genere, non riscuote che poca attenzione nel Manifesto fondativo del Partito e ancor meno nel suo dibattito. "Ma è tutta la politica italiana, mai così miope a non occuparsene". come scrive Gianfranco Bettin in un suo articolo apparso su Lo Straniero “Le questioni ambientali, in Italia, in politica, nelle scelte dei vari governi, pesano quanto pesano quelle infime ancorché inadeguate minoranze politiche che assumono l’ambiente come elemento centrale della propria identità, i Verdi, Rifondazione, qualche altro sparso in qualche altro partito, e quanto pesa, con questi, la pressione di un po’ di lobbies esterne. Una miseria, insomma. Del resto, così vota la gente. Così vota quando sceglie l’automobile, quando va al supermercato, quando seleziona i programmi TV e, infine, in cabina elettorale. Sa di essere sul Titanic, ma gli piace tanto il suono dell’orchestrina, il sapore dei salatini e delle bibite, gli piace guardare la bella gente che balla e farsi guardare: trova bello lo spettacolo. Sembra anche trovare bello lo stesso spettacolo della catastrofe imminente, anzi. Siamo spettatori, in fondo, non protagonisti, sembrano pensare in tanti. Qualcosa, sembrano credere, ci eviterà l’iceberg. Il capitano, questa volta, starà più attento. L’impressione, invece, è che, prigionieri del circolo vizioso strutturale e della miopia politica e culturale (antropologica?), non ci si accorga che il timone rischia di finire o di essere addirittura già nelle mani neanche del famoso cuoco di bordo del vecchio aforisma, ma direttamente in quelle di un intrattenitore demente”.

C’è bisogno dei VERDI, del loro impegno nella diffusione di consapevolezza e di cambiamento nelle politiche e negli stili di vita. Dei Verdi capaci di dialogare e fare cultura, d'incontrare anche al di fuori delle istituzioni i movimenti, senza mai forzare la mano o operare ingessature di alcun tipo. E’ necessario per riuscire a costruire un’alternativa economica e sociale in grado di superare il modello capitalistico della crescita. Serve una rivoluzione morale, sociale, culturale, che l’Italia non ha mai avuto.

I Verdi nonostante le loro limitate risorse sono riusciti in questi anni ad ottenere cambiamenti, a orientare le scelte laddove sono stati al governo di regioni, provincie e città come la nostra dove a fatica iniziamo a vedere i risultati di un duro lavoro, militante, dentro e fuori il partito, a contatto con la gente.

ROSSELLA TAVECCHIO
Rossella è una cara amica scomparsa nel 2007 che con noi ha condiviso l'impegno, la passione e l'entusiasmo per il progetto politico di una città solidale e qualitativamente valida da un punto di vista ambientale. Una donna dolce e attenta, forte e determinata, che abbiamo incontrato strada facendo, nel lavoro nelle scuole accanto ad altri genitori, sempre instancabile nell'impegno e presente. Nel 1999, dopo essere stata eletta per il Quartiere di Calderara, ha accettato la carica di presidente in rappresentanza del nostro gruppo Verdi.
Rossella, anche in questa esperienza, ha portato la sua carica convinta e dolce, tessendo relazioni tra parrocchia, scuola, centro anziani, centro di aggregazione giovanile, cittadini... E' stata, ed è nel ricordo, un punto di riferimento importante per molti. Ci ha lasciato la convinzione che la partecipazione è un diritto che va difeso ed esercitato. Ci ha lasciato la sua forza, la sua dolcezza ed il suo sguardo, dritto verso il futuro, che mai si è abbassato, mai, per noi, si abbasserà.
"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck