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giovedì 18 dicembre 2008


Congresso dei Verdi di Paderno Dugnano, giugno 2007
Intervento di Anna Varisco

Il Congresso dei Verdi di Paderno Dugnano si apre oggi in una fase politica, non solo italiana, davvero particolare.
Volendo guardare ai temi posti in discussione nel precedente congresso, solo un anno e mezzo fa, la sensazione è che siano molto lontani, non nel contenuto né negli obiettivi ancora validi, ma per via della strada percorsa, anche per noi come federazione regionale e provinciale, della densità di situazioni, equilibri e questioni che abbiamo e stiamo ancora affrontando, tante quelle ultime in ordine di tempo:
il risultati di oggi dei ballottaggi, su 9 comuni della provincia solo Cernusco va al centro sinistra,
la vittoria della destra di Sarkozy al primo turno delle legislative in Francia, anche se solo domenica prossima al secondo turno prenderà contenuti numerici definitivi,
le intercettazioni D’Alema-Consorte..
ma anche i due cortei di sabato,
la visita di Bush in Italia e come non siano stati toccati con lui certi argomenti, neanche quello della pena di morte con la Comunità di S. Egidio.
La nuova revoca da parte di Bush all’apertura del G8 della firma al Protocollo di Kyoto.

Tutte questioni, queste, che non possono essere ignorate, e per l’impegno militante che richiamano in un Nord in mano al centrodestra, e per quell’ecologia della politica che come verdi rivendichiamo e perseguiamo non senza fatica in un sistema politico che assume forme non sempre trasparenti, e per le nostre radici nei movimenti, l’ “arcipelago verde” ed il rapporto come partito con i movimenti…

Il mio intervento questa sera non potrà ignorare gli scenari, in ogni caso vorrei provare a dimostrare come il nel cappello a convocazione di quest’assemblea La lotta ai cambiamenti climatici, una SVOLTA ECOLOGICA E SOLIDALE NELL’ECONOMIA E NELLA SOCIETA’ sia una direzione che molto abbia a che fare e nella spiegazione dell'impasse, chiamiamolo così, e nelle direttrici politiche possibili.

LA LOTTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
UNA SVOLTA ECOLOGICA E SOLIDALE NELL’ECONOMIA E NELLA SOCIETA’
La crisi climatica, percepibile ormai nell’esperienza quotidiana e misurabile da chiunque, ci dice che la parte ricca e sviluppata del mondo non può continuare così, non può più non saper immaginare altra “crescita” che questa.
Oggi vi sono gradi diversi di consapevolezza su questa faccenda, anche in ambito politico mondiale.
Vi sono paesi “in via di sviluppo” che si pongono seriamente la questione, molti dei quali nonosante non abbiano i mezzi per affrontarlo. Invece il nostro mondo ricco ancora non si è impegnato come avrebbe dovuto sul Protocollo di Kyoto, poco o mai rispettaro e che, anzi, è stato spesso usato strumentalmente, come nell'acquisto di quote di emissioni.
Anche il costituendo Partito democratico trascura totalmente la questione. Il problema ambientale in genere, non riscuote che poca attenzione nel Manifesto fondativo del Partito e ancor meno nel suo dibattito. "Ma è tutta la politica italiana, mai così miope a non occuparsene". come scrive Gianfranco Bettin in un suo articolo apparso su Lo Straniero “Le questioni ambientali, in Italia, in politica, nelle scelte dei vari governi, pesano quanto pesano quelle infime ancorché inadeguate minoranze politiche che assumono l’ambiente come elemento centrale della propria identità, i Verdi, Rifondazione, qualche altro sparso in qualche altro partito, e quanto pesa, con questi, la pressione di un po’ di lobbies esterne. Una miseria, insomma. Del resto, così vota la gente. Così vota quando sceglie l’automobile, quando va al supermercato, quando seleziona i programmi TV e, infine, in cabina elettorale. Sa di essere sul Titanic, ma gli piace tanto il suono dell’orchestrina, il sapore dei salatini e delle bibite, gli piace guardare la bella gente che balla e farsi guardare: trova bello lo spettacolo. Sembra anche trovare bello lo stesso spettacolo della catastrofe imminente, anzi. Siamo spettatori, in fondo, non protagonisti, sembrano pensare in tanti. Qualcosa, sembrano credere, ci eviterà l’iceberg. Il capitano, questa volta, starà più attento. L’impressione, invece, è che, prigionieri del circolo vizioso strutturale e della miopia politica e culturale (antropologica?), non ci si accorga che il timone rischia di finire o di essere addirittura già nelle mani neanche del famoso cuoco di bordo del vecchio aforisma, ma direttamente in quelle di un intrattenitore demente”.

C’è bisogno dei VERDI, del loro impegno nella diffusione di consapevolezza e di cambiamento nelle politiche e negli stili di vita. Dei Verdi capaci di dialogare e fare cultura, d'incontrare anche al di fuori delle istituzioni i movimenti, senza mai forzare la mano o operare ingessature di alcun tipo. E’ necessario per riuscire a costruire un’alternativa economica e sociale in grado di superare il modello capitalistico della crescita. Serve una rivoluzione morale, sociale, culturale, che l’Italia non ha mai avuto.

I Verdi nonostante le loro limitate risorse sono riusciti in questi anni ad ottenere cambiamenti, a orientare le scelte laddove sono stati al governo di regioni, provincie e città come la nostra dove a fatica iniziamo a vedere i risultati di un duro lavoro, militante, dentro e fuori il partito, a contatto con la gente.

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"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck