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giovedì 10 agosto 2017

Rompiamo il silenzio sull’Africa.

Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché...

Rilanciamo l’appello che il missionario Comboniano Padre Zanotelli, direttore della rivista Mosaico di Pace, profondo conoscitore dell’Africa (non da turista) rivolge ai giornalisti italiani.

L’intento è quello di rompere il silenzio nei confronti dell’Africa, perché la gente sappia la situazione del Continente Africano dal quale fuggono in massa uomini, donne, bambini.

L’Africa della guerra e degli effetti dei cambiamenti climatici, dello sfruttamento delle multinazionali, dell’inquinamento dei rifiuti trasportati, della fame, dell’assenza della dignità e dei diritti umani, da dove scappano in tanti con il sogno di raggiungere l’Europa.


di Alex Zanotelli

Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo come missionario uso la penna (anch’io appartengo alla vostra categoria) per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani.

Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale. So che i mass-media, purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che vorrebbe. Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli stanno vivendo. 

Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa. (Sono poche purtroppo le eccezioni in questo campo!)

È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.

È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.

È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.

È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.

È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.

È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.

È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi.

È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa, soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.

È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia , Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.

È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.

È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).

Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi.

Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi. 
Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact , contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti.

Ma i disperati della storia nessuno li fermerà. 

Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.

E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tutto questo non possiamo rimane in silenzio. (I nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?).

Per questo vi prego di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa, forzando i vostri media a parlarne.

Per realizzare questo, non sarebbe possibile una lettera firmata da migliaia di voi da inviare alla Commissione di Sorveglianza della RAI e alla grandi testate nazionali? E se fosse proprio la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) a fare questo gesto? Non potrebbe essere questo un’Africa Compact giornalistico, molto più utile al Continente che non i vari Trattati firmati dai governi per bloccare i migranti?

Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.

lunedì 7 agosto 2017

Ecco come si cementifica Paderno Dugnano.

Ti aumento la volumetria
da 2.800 a 13.900 metri cubi
(cioè da 12 a 60 appartamenti di 60 mq)
e ti cementifico il parco.

La Variante RE3 del PGT 2013

Gianfranco Massetti (sindaco 2004/2009), sul blog Qui Paderno Dugnano, ha pubblicato l’articolo “Le bugie della Lega Nord. La vera storia del RE3” che fa la puntuale cronistoria dell’attuale piano di lottizzazione RE3. Piano di lottizzazione che la Giunta del sindaco Alparone intenderebbe farlo approvare prossimamente dal Consiglio Comunale.

Già la lista civica Insieme per Cambiare, sul suo blog, ha smascherato le bugie della Lega Nord confrontando le mappe pubblicate nel comunicato della Lega Nord con la mappa della delimitazione dell’area su cui esiste il diritto edificatorio acquisito dal Piano Regolatore Generale (PRG) del 1993.

Intanto la variante RE3, che vuole cementificare una parte di parco pubblico tra Via Gorizia e Via Generale Dalla Chiesa, rimane sconosciuta ai più. SALVIAMO IL PARCO!

giovedì 3 agosto 2017

La cementificazione e i parchi a Paderno Dugnano.

Nel 1999 il coraggio di scegliere!
Il Seveso e il Grugnotorto si fanno parco.

 
Nella foto il Viale Bagatti Valsecchi. A seguito della “Variante Generale del PRG” del 1999/2003, si è tracciato il perimetro e la realizzazione del “Parco Locale d’Interesse Sovracomunale (PLIS) del Grugnotorto Villoresi” e del “Parco Urbano del Seveso” salvaguardando le aree ancora libere.
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Come Verdi di Paderno Dugnano, che hanno partecipato al governo della città negli anni precedenti alle Amministrazioni Alparone, ci sentiamo in dovere di rispondere alle false accuse che la Lega Nord solleva con il suo comunicato.

La Lega Nord ha la memoria corta o vuole ricordare solo quello che le fa comodo. Anche noi, come loro, ci siamo trovati davanti al disastroso PRG del 1993 che assegnava svariati diritti edificatori, ma con la “Variante Generale del PRG” che abbiamo approvato nel 1999/2003 siamo riusciti, in alcuni ambiti particolareggiati, a ridurne la cementificazione di diversi metri cubi di volumetria, ed a istituire i Parchi del Grugnotorto Villoresi e del Seveso. Quest’ultimo sbeffeggiato dalla Lega Nord e da Forza Italia come il “parco delle pantegane”.

Azione che l’Amministrazione di Forza Italia e Lega Nord non ha avuto il coraggio di proseguire con il PGT da loro approvato nel 2013. Anzi, hanno inserito la possibilità di trasformare aree produttive in aree residenziali, aumentando la possibilità di crescita della città, rispetto alla Variante Generale del PRG del 1999, di circa 7.000 abitanti a scapito della possibilità di posti di lavoro.

Le costruzioni sorte dal 1995 al 2009 non sono state frutto di speculazione edilizia ma, come ora, dovute al rispetto dei diritti edificatori acquisiti in precedenza, perché se così non fosse stato la Lega Nord avrebbe potuto benissimo denunciarla alle autorità competenti.

Con questa variante RE3 è il secondo caso in cui questa Amministrazione permette di costruire all’interno di un parco: il primo è stato con l’inserimento nel PGT, da loro redatto, dell’ambito AT6, dove è stato concesso di costruire un capannone all’interno del Parco Grugnotorto Villoresi, su un’area vergine dove non gravava nessun diritto acquisito, ad un’azienda locale con la scusa che, se no, sarebbe andata chissà dove.

La Lega Nord e l’Amministrazione Alparone si autodeclamano difensori del verde e dell’ambiente, ma di chi è stata la mano che ha armato la motosega che ha tagliato gli alberi di via Sant’Ambrogio quando bastava attivare un senso unico per salvarli?

Dicono che hanno a cuore il Parco del Seveso, ma non hanno fatto nulla quando è stata sventrata la collinetta a ridosso della rotonda di Via Cesare Battisti, distruggendo la flora e la fauna esistenti per far posto alla Rho-Monza.

L’operazione che hanno intenzione di portare avanti per l'ambito RE3 a nostro avviso non porterà nessun beneficio alla città, visto che con l’attuale situazione si libererebbero comunque aree per il Parco del Seveso, anche se circa un quarto in meno. Chi invece trarrà maggior beneficio dalla traslazione della volumetria nel parco di Via Gorizia/Via Dalla Chiesa non sarà la città, che avrà il doppio di consumo di suolo, ma senz’altro i costruttori che con la variante vedrebbero aumentato notevolmente il valore degli immobili da vendere.

Per quanto riguarda l’ampliamento dei negozi del Carrefour, l’impatto che questo avrà sulla città sarà devastante; non basterà asfaltare quattro strade o mettere qualche fioriera lungo le vie per evitare lo svuotamento commerciale della città...

Bisogna avere il coraggio di dire NO a questo ampliamento e di attivare una politica di rilancio del commercio che faccia tornare i negozi nel centro della città, facendola ritornare a vivere.

Ma questo non avverrà perché, nonostante la farsa della Lega Nord, questo ampliamento è già stato deciso da tempo, e precisamente da quando, nell’approvare il PGT nel 2013, a certe aree è stata cambiata la destinazione d’uso.

I Verdi di Paderno Dugnano auspicano una politica urbanistica basata non più sull’espansione, ma sulla riconversione e riuso dell’aree e degli immobili esistenti. 
"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck