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lunedì 5 dicembre 2016

Verdi austriaci

I VERDI e l'Europa democratica e solidale festeggiano.
 
E' il primo presidente Verde in Europa, ma soprattutto è l’uomo che ha fermato l’onda lunga di Trump e della Brexit.
Un sospiro di sollievo. Rimane però una preoccupazione: il 46% degli elettori austriaci hanno votato per un candidato di ultraDestra nazionalista.
"Il nuovo Presidente ha sottolineato di essersi impegnato per «un’Austria europeista» e di aver vinto grazie ai «vecchi valori di libertà, uguaglianza e solidarietà»".
 
 
Austria, Van der Bellen è il nuovo presidente: 
“Vincono europeismo e solidarietà”
Il candidato dei Verdi oltre il 53%. Lo staff di Hofer ammette la sconfitta.

 
Il logo dei VERDI austriaci
 

martedì 15 novembre 2016

Esistono ancora i Verdi italiani? L'Italia ha bisogno di una forza Verde?

30 anni fa nascevano i Verdi italiani:
anni di conquiste ecologiste per i diritti e per l'economia
30 anni fa, il 16 novembre del 1986, a Finale Ligure nascevano le liste Verdi: anni di importanti conquiste ecologiste per la società, la cultura, i diritti e l'economia del nostro paese. Conquiste che non hanno avuto quel giusto risalto e riconoscimento nel paese.
C'è una domanda ricorrente che viene fatta da molti: ma i Verdi esistono ancora? Si esistono e pur essendo usciti dal 2008 dal Parlamento, continuano a essere presenti in molti territori e istituzioni locali, protagonisti di molte battaglie con oltre 100 tra consiglieri comunali e assessori, nonostante non siano presenti da oltre 10 anni nelle trasmissioni di informazione e nei talk show sia della televisione pubblica che privata.
 
Le Liste Verdi sono state il primo tentativo riuscito, dopo gli anni del terrorismo in Italia, a ottenere rappresentanza istituzionale senza voler essere "partito". Questo è avvenuto grazie al contributo proveniente dalle positive esperienze delle università verdi, delle associazioni ambientaliste e dei gruppi pacifisti.
È così che si è avviato il percorso che avrebbe portato i Verdi a farsi portavoce di istanze ecologiste e di un diverso modello di sviluppo economico non basato sulla crescita illimitata e il consumo bulimico delle risorse. E come trenta anni fa, ancora oggi quegli obiettivi rimangono sostanzialmente gli stessi. Ma con la presenza politica dei Verdi si possono sicuramente sottolineare e ricordare alcuni significativi obiettivi ottenuti per l'Italia e i suoi cittadini.
L'otto novembre del 1987 grazie a un referendum sostenuto da Verdi gli italiani dicono No la nucleare portando l'Italia a chiudere le centrali nucleari. Negli anni successivi grazie all'azione dei Verdi al governo si apre una fase nuova perché con il conto energia a sostegno delle energie rinnovabili l'Italia diventerà leader in Europa nella produzione di energie pulite nonostante il tentativo di molti governi compreso l'attuale di fermare le rinnovabili.
Già nel 2012 l'Italia era prima con il 39% tra i grandi paesi Ue, a pari merito con la Spagna, per quota di energia rinnovabile nella produzione elettrica, davanti a Germania 24%. Oggi la quota di energia rinnovabile nella nostra produzione elettrica ha superato il 43%.
Il 3 giugno del 1990 i Verdi promuovono il referendum contro la caccia e l'uso dei pesticidi in agricoltura. Purtroppo il referendum non raggiunse il quorum a causa della campagna astensionistica attuata dalla lobby trasversale dei cacciatori e degli armieri. Ma quei temi referendari rimangono quanto mai attuali a partire dall'urgenza di garantire cibi sani, sicuri e liberi da veleni.
Con la legge quadro sui parchi la 394/1991 voluta da quel piccolo e preparato, gruppo di parlamentari Verdi, l'Italia avrà un sistema di parchi nazionali e aree marine e conseguentemente parchi regionali mettendo sotto tutela e conservazione oltre 1,5 milioni di ettari di territorio. Una straordinaria operazione ambientale.
Leggi come l'abolizione della pena di morte dal codice penale militare di guerra, i primi provvedimenti legislativi antismog la n.385/1989, per la difesa e il riassetto del suolo, la n.183/1989, la cessazione dell'impiego dell'amianto, la nuova normativa sulla caccia la 157/92, la razionalizzazione delle norme sui rifiuti, sull'inquinamento acustico, il divieto di trasformazione urbanistica delle aree percorse da incendi, lo stop agli Ogm in agricoltura per difendere il made in Italy enogastronomico, il conto energia per le rinnovabili, l'ecobonus per le ristrutturazioni edili in vigore dal 2007.
Proprio l'ecobonus, voluto dai Verdi durante l'ultimo governo Prodi, ha dato un forte impulso all'economia nazionale e all'occupazione. Questa misura, ancora oggi in vigore, nel 2015 ha prodotto investimenti per 24.106 milioni di euro equivalenti a 351mila posti di lavoro fra occupazione diretta e indotta.
L'elenco è lungo e dimostra come l'azione dei Verdi sia stata propositiva e costruttiva per il progresso del paese: sono stati detti ovviamente dei No assolutamente giusti che ancora oggi vengono ribaditi, come quello sul ponte sullo Stretto di Messina, 8 miliardi di euro di risorse che dovrebbero essere invece utilizzati per la messa in sicurezza dal rischio sismico e idrogeologico dell'Italia, o il no alle folli trivellazioni petrolifere che mettono a rischio i nostri mari e le nostre terre.
 
"I cambiamenti climatici costituiscono una delle principali sfide attuali per l'umanità" scrive Papa Francesco nella Lettera Enciclica Laudato Si' - Sulla cura della casa comune.
 
Il messaggio del Papa arriva in un momento in cui le conseguenze drammatiche dei cambiamenti climatici sono sempre più gravi: saranno quasi 200 milioni i profughi climatici previsti dall'Onu entro il 2050 che fuggiranno da aree desertificate, carestie e guerre per il controllo delle risorse naturali. Alle sagge parole del Papa dobbiamo fare i conti con la preoccupante elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti d'America che nel suo programma ha messo nero su bianco di voler mettere in discussione gli accordi sul clima e di costruire un'America intollerante verso i più deboli.
Anche in Europa e in Italia gli effetti dell'inquinamento e la crisi ambientale e climatica condizionano negativamente la vita della popolazione e dell'economia. Secondo l'organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), «il costo economico dei circa 600.000 decessi prematuri e malattie provocate dall'inquinamento in Europa, raggiungevano, nel 2010, la cifra di 1.600 miliardi di dollari», ovvero 1.463 miliardi di euro.
Un ammontare che equivale circa al 10% del P.i.l. dell'Unione Europea. L'Italia ha un governo che dal punto di vista delle politiche ambientali è certamente uno dei peggiori della storia della Repubblica: ha dato il via alla ripresa delle trivellazioni petrolifere, penalizzato le rinnovabili, approvato il decreto 91/2014 che sana l'inquinamento a mare e molto altro.
C'è un'anomalia italiana che è quella di non avere avuto e di non avere un movimento Verde forte dal punto di vista elettorale come quello del Nord Europa. È un tema profondo questo, che evidenzia anche una differenza di visione della società e dei beni collettivi tra nord e sud Europa. Rimango profondamente convinto che a differenza del Nord Europa in Italia vi sia un deficit di etica della responsabilità.
Ma la domanda è: l'Italia ha bisogno di una forza Verde, moderna e innovativa sganciata da vecchie logiche ideologiche, che sappia allearsi con chi mette al centro delle politiche di governo la conversione ecologica dell'economia e la lotta a tutte le povertà? E come deve organizzarsi e su quali basi? A questa domanda spero e auspico che si possa aprire una discussione anche critica ma propositiva per il bene del futuro del nostro Paese.
Mercoledì 16 novembre alle ore 11 a piazza Montecitorio sarà presentato il libro dei 30 anni dei Verdi che ricorda tutte le leggi, le battaglie vecchie e nuove fatte per l'Italia. In ogni caso tanti auguri ai Verdi italiani.
Angelo Bonelli

sabato 12 novembre 2016

NO AMBIENTALISTA

CONFERENZA STAMPA
A VENEZIA CONVEGNO DEL FRONTE AMBIENTALISTA  SULLA RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE
 I cittadini e le cittadine, i comitati e le associazioni impegnati nel difendere la democrazia, i diritti delle persone e dell’ambiente, propongono un convegno per discutere della riforma del Titolo V della Costituzione, oggetto di referendum il prossimo 4 dicembre:
“Ambiente e democrazia territoriale, in quale direzione va la riforma del Titolo V?” 
                                                        ----------------
Alcuni degli organizzatori saranno lieti di parlarne con i giornalisti:
 Martedì 15 novembre alle ore 11,30 presso: Ecoistituto di Mestre, viale Venezia 7   
                                             ----------------------------------
L’iniziativa si svolgerà a Venezia presso  la Scuola dei Calegheri, a San Tomà, 
domenica 20 novembre a partire dalle ore 10,30
Interverranno: 
Enzo Di Salvatore (docente di diritto costituzionale, Università di Teramo) 
Gianni Girotto (Senatore, Movimento 5 Stelle)
Enrico Gagliano (Coordinamento Nazionale No Triv) 
Felice Casson (senatore, vicepresidente commissione giustizia) 
Michele Boato (Ecoistituto di Mestre) 
Domenico Finiguerra (Stop al consumo del territorio) 
Tommaso Cacciari (No Grandi Navi) 
Gabriele Gazzaneo (Rete della Conoscenza) 
Moni Ovadia sarà presente con un saluto e intervento video
Coordina: Roberta Radich (Coordinamento Nazionale No Triv)
L’evento è organizzato da:
Rete dei Comitati Veneti per l'ambiente e contro le Grandi opere
Decidiamo NOi! - Territori per il NO
Coordinamento Nazionale No Triv
Per informazioni:
Roberta Radich tel. 348 9138529  - r.radich@fondazionecapta.it
Michele Boato tel. 041 950101 - micheleboato@tin.it

mercoledì 20 aprile 2016

B30 il codice per sostenere i Verdi per il 2x1000









2x1000-1
 
La legge sul finanziamento ai partiti, introduce la possibilità di sostenere l’attività politica del proprio partito devolvendo il 2×1000 della quota Irpef, in sede di dichiarazione dei redditi.
Scegli di destinare il 2X1000 dell’Irpef per aiutare i VERDI a promuovere e far valere le ragioni di chi, in Italia, vuole tutelare l’ambiente e avviare una conversione ecologica dell’economia, del modello di consumo e degli stili di vita.
Non ti costa nulla, ma è grazie alla scelta di tanti come te che possiamo continuare le battaglie per la qualità dell’aria che respiriamo, la protezione dell’ambiente, della salute e dei diritti degli animali, le rinnovabili e l’efficienza energetica, la lotta alla cementificazione, alla caccia e alle trivelle selvagge, la sicurezza alimentare, la mobilità sostenibile, la legalità e i diritti, le politiche per affrontare i cambiamenti climatici e la crisi economica e morale che attraversa la nostra società.

martedì 19 aprile 2016

Commento al risultato del referendum

Il referendum sulle trivelle visto dall’'Europa
Frassoni: «Il governo ha fatto di tutto per fare fallire questo referendum, mentendo in modo spudorato»
[18 aprile 2016]
Appena arrivate le prime notizie sui dati dell’'affluenza ai seggi, ero ovviamente un po'’ delusa, ma anche già proiettata in vista delle prossime tappe della battaglia per un nuovo modello energetico in Italia, che dopo stasera deve continuare più di prima; ma dopo avere ascoltato le dichiarazioni di Matteo Renzi, sono furente. Furente. Perché ho sentito bugie, ipocrisia, e una manipolazione vergognosa dei termini della questione. Non so voi, ma ancora mi scandalizza che un Presidente del Consiglio menta in questo modo cosi spudorato. Soprattutto se è un ragazzo giovane e con la fama di “rottamatore” della vecchia politica.
Il governo ha fatto di tutto per fare fallire questo referendum; a tutti piace vincere facile e il governo si é messo nelle condizioni di farlo. Non ha esitato a buttare al vento 300 e più milioni di euro per salvare alcune trivelle, che spesso manco sono attive o in regola  e ha osato dire che “non si potevano accorpare amministrative e referendum”. Non é cosi, e lo sanno tutti. Accorpare significava raggiungere il quorum e perdere. Ecco perché non lo ha fatto.
E ha mentito in modo disdicevole sui posti di lavoro. Nessuno avrebbe perso il posto di lavoro per il referendum, almeno non per anni. Anni nei quali, si sarebbero potuti tranquillamente riconvertire in altri settori, soprattutto se nel frattempo venissero cambiate le politiche energetiche ed economiche del governo e dell’'Europa; peraltro il geologo Fabio Giusti che ha esperienza diretta di lavoro sulle piattaforme parla massimo 200 persone a eventuale e molto progressivo rischio. Come fa ad arrivare a 11.000? Boh?
Non é vero neanche che Renzi tiene a tutti i posti di lavoro. Non gli interessa un fico secco delle decine di migliaia (più della metà dei 120.000 che esistevano nel 2012) di occupati persi a cause delle politiche demenziali sulle rinnovabili che continuano imperterrite. Non é vero, poi, che siamo tra i primi paesi per le rinnovabili. O meglio, non lo siamo più. Tagli a incentivi indiscriminati e retroattivi hanno messo in ginocchio migliaia di imprese e hanno ridotto gli investimenti al lumicino, rallentando uno sviluppo che poteva essere molto maggiore rispetto alla situazione attuale. E la persecuzione continua, con normative a dir poco punitive, come potete leggere nel bell’'articolo di Annalisa Corrado su Sbilinfo. Posso portare 10 esempi su come l'’Italia si comporta in sede europea su questi temi per dimostrare la non credibilità di Renzi quando proclama la sua volontà di essere “verde”. Ma per favore!
La “minaccia” del referendum e la mobilitazione delle regioni ha fatto in modo che una parte molto importante dei disastri dello SbloccaI talia in questo settore siano stati risolti e questo é un risultato molto positivo. Pero’ neppure possiamo dimenticare che la partita sul referendum del 17 aprile era truccata fin dall'’inizio.
Era difficilissimo riuscire a fare andare alle urne il 50% degli elettori. Perché c’é stato pochissimo tempo per davvero parlarne. Perché TV e radio hanno evitato di dare spazio a un vero dibattito. Perché alcuni Presidenti di Regione, De Luca in testa, ma non mi sorprende, hanno lanciato il sasso e ritirato la mano. Perché chiedere attivamente l'’astensione ha significato smobilitare l’'elettorato e boicottare la discussione sul merito, riducendola appunto a un dettaglio nella battaglia di potere fra questo e quello e corroborando la tesi bislacca che ho sentito anche stasera a caldo secondo la quale questo era un tema “lontano” che poteva coinvolgere solo le regioni interessante alle trivelle. E’ soprattutto per questo effetto “smontante” che é stato gravissimo che leader politici e istituzionali abbiano irresponsabilmente fomentato il disimpegno. Che i cittadini si possano astenere é sacrosanto. meno che li spingano a farlo esponenti istituzionali di primo piano.
In questo contesto, sono stati davvero bravissimi tutti coloro che hanno fatto una campagna per rendere pubblica e accessibile la sfida sulle scelte di politica energetica. Che non possono né devono essere riservate a pochi intimi. Non solo i comitati o le associazioni ambientaliste. Ma anche quella parte della politica ecologista che ancora c’è e che con grande difficoltà e poche risorse ha cercato di giocare la partita. Voglio in particolare citare Annalisa Corrado e Edoardo Gandini, ma anche Oliviero Alotto, Francesco Ferrante, Roberto della Seta di Green Italia e i Verdi. Mi sono piaciuti molto molto meno coloro che hanno usato questa campagna per colpire il governo, peraltro neanche riuscendoci. Sia detto per inciso, per me, al di là del fatto che stavamo dalla stessa parte e con gli argomenti giusti, è sembrato che il Movimento 5 stelle non si sia riuscito a mobilitare il suo elettorato su un tema come quello delle scelte energetiche dell’'Italia. Segno che purtroppo non è sull'’ambiente che muove e fa muovere il suo largo consenso. Anche per questo rimango convinta che c'’è ancora bisogno di una forte di rappresentanza ecologista in politica.
Adesso, dobbiamo evitare di lasciare cadere il risultato comunque notevole del referendum: non possiamo permetterci di disperderlo. Il nostro impegno dovrà essere quello di lavorare insieme a tutte le forze che hanno lavorato a questo risultato per rendere possibile che quei milioni di persone che si sono mobilitate per il SI lo rimangano per continuare la battaglia per un sistema energetico che esca dai fossili, smetta di massacrare le rinnovabili e di ignorare l’'enorme potenziale dell’'efficienza energetica in termini di attività economica ed occupazione oltre che di riduzione delle emissioni e dell’'inquinamento.
Dobbiamo fare tesoro di questo voto, più e meglio di quello che abbiamo fatto per nucleare e acqua. E dobbiamo farlo subito. Superando la delusione e l’'arrabbiatura per il governo fossile e i suoi corifei.
di Monica Frassoni, co-presidente del Partito Verde Europeo
 
 

martedì 12 aprile 2016

video vota si

 DOMENICA 17 APRILE VOTA SI - FERMA LE TRIVELLE
 
Guarda il video-appello dei VERDI EUROPEI
 


Domenica 17 aprile 2016, dalle ore 7:00 alle ore 23:00, i cittadini italiani sono chiamati a votare per il “referendum sulle trivellazioni”, ovvero la consultazione popolare che chiede l’abrogazione del comma 17 dell’articolo 6 del decreto legislativo 152 del 3 aprile 2006 sulle norme in materia ambientale.

sabato 2 aprile 2016

Le motivazioni per il "SI" - incontro pubblico il 6 aprile

 
ACLI Circolo di Paderno Dugnano, ARCI Circolo Palazzolo M.se, 
LA MERIDIANA Circolo Eco-Culturale, Legambiente Circolo Grugnotorto
 
COMUNICATO STAMPA
 
Gli scriventi circoli associativi di Paderno Dugnano, in occasione del Referendum popolare abrogativo che si svolgerà domenica 17 aprile, invitano tutti i cittadini a non rinunciare al loro diritto di voto con cui possono decidere direttamente, senza deleghe ad altri, su una decisione che li riguarda per il futuro immediato e quello delle prossime generazioni, in merito non solo alla salvaguardia dei nostri mari e delle nostre coste, ma anche, alla luce degli effetti dei cambiamenti climatici e di quanto emerso alla Conferenza degli Stati di Parigi (COP21), sul tipo di energie da sviluppare per il futuro: quelle pulite e rinnovabili.

Per sostenere il diritto di voto, per approfondire gli argomenti del Referendum popolare e le motivazioni per il "SI" hanno organizzato un incontro pubblico presso L'Auditorium della biblioteca Tilane, mercoledì 6 aprile alle ore 21 che prevede tre interventi introduttivi:
Il Referendum abrogativo sulle trivelle in mare 
Enzo DI SALVATORE, costituzionalista (in collegamento skype)
Le ragioni del SI
Domenico FINIGUERRA  “Forum salviamo il paesaggio”
La posizione della Chiesa cattolica
Giovanni GIURANNA  “Circolo ACLI di Paderno Dugnano”
Seguiranno domande e interventi del pubblico.
Il dibattito sarà moderato dal nuovo presidente del circolo locale di Legambiente: Francesco SPINELLO. 

Enzo DI SALVATORE, che parteciperà in collegamento skype, è autore dei sei quesiti referendari presentati da nove regioni, di cui solo uno è posto in votazione il 17 aprile, quello sul reinserimento delle scadenze delle concessioni sulle trivellazioni in mare fino a 12 miglia dalla costa.

Le nove regioni che hanno promosso iI referendum sono: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. 
E' significativo il fatto che queste regioni bagnate dal mare, sono governate da forze politiche diverse: sette Regioni sono a guida PD, una Forza Italia e una Lega Nord.
 
 
 
"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck