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venerdì 26 novembre 2010

L'INCONTRO SU EURECO SICUREZZA AMBIENTALE E NEI LUOGHI DI LAVORO

La serata di ieri sera è stato un bell'esempio di come una comunità locale si possa ritrovare insieme per parlare di un problema che la riguarda. Non l'ha fatto l'amministrazione comunale, secondo noi mancando ad un suo dovere. L'abbiamo fatto noi, assieme ai cittadini che sono intervenuti. C'erano tante, tante persone, molte delle quali non hanno trovato posto nel piccolo locale del Consiglio di Quartiere di Palazzolo Milanese. Avuta risposta negativa da parte del Comune per l'utilizzo del Centro Anziani di Palazzolo (nonostante la disponibilità del Presidente del Circolo Arci), non abbiamo voluto spostarci da Palazzolo Milanese, epicentro del gravissimo incidente all'Eureco, pur considerando il rischio dell'inadeguatezza dello spazio. Lì andava fatto.
L'incontro si è aperto con l'intervento di Damiano Ricci, Verde, Assessore all'Ambiente durante la prima Giunta Casati, che ha fatto un resoconto della vicenda Eureco, a partire dal suo insediamento negli anni Ottanta nell'area dove è avvenuto il grave incidente. Damiano Ricci ha più volte sottolineato il fatto che l'Amministrazione Comunale, ad ogni rinnovo dell'autorizzazione, ha sempre evidenziato a Regione Lombardia l'inadeguatezza del luogo, senza mai trovare ascolto. Ricci ha anche ricordato la mappatura dei siti a rischio (non solo l'inceneritore di Incirano, ma anche rottamai e altre imprese minori, poco visibili, con lavorazioni potenzialmente pericolose),  fatta durante il suo mandato di Assessore, con la quale si era cercato di trovare un accordo con Regione per la loro dislocazione e messa in sicurezza. Il provvedimento era stato votato anche dal Consiglio Comunale di Paderno Dugnano, ma Regione Lombardia aveva fatto "orecchie da mercante" senza voler mai giungere alla firma.
Presente in sala c'era anche il signor Merlino di Eureco, che ha assistito all'incontro senza intervenire, seppur chiamato in causa quando Ricci ha fatto riferimento alle vicende giudiziarie riportate dai giornali in questi giorni, domandandosi come mai Regione Lombardia non abbia revocato alcuna licenza nonostante i gravi fatti e le condanne precedenti  all'incidente a Palazzolo.
L'intervento di Edoardo Bai, medico, membro del Comitato Scientifico di LEGAMBIENTE  e consulente dell' Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, è partito con delle considerazioni generali che in breve sono giunte a indicare tra le più gravi responsabilità, alcune decisioni politiche sbagliate, che hanno avuto come conseguenza la precarizzazione del lavoro, il sistema dei subappalti e il ricorso alle cooperative, il crearsi di disuguaglianze, nel sistema delle tutele e delle professionalità, tra lavoratori di serie A e di serie B, questi ultimi generalmente stranieri. Anche il sistema dei controlli è stato pesantemente indebolito da scelte politiche caratterizzate dall'esigenza di economie e dall'avanzata del credo liberista. Nel quadro fatto da Bai, la situazione descritta è desolante e i controlli, che non ci sono o sono esigui, non possono che essere inutili e inefficaci.  La filosofia del levare i cosiddetti lacci e lacciuoli ha voluto si giungesse a fare  autocertificazioni anche su questioni importanti come la sicurezza.  Una volta l'attenzione era volta tutta a salvaguardare soprattutto e per primi i cittadini e i lavoratori. Nella fase successiva della "par condicio", cioè dell'eccesso dell'etica della parità di trattamento sempre e comunque, (anche in caso di posizioni assimmetriche tra le parti),la richiesta ai tecnici del controllo è stata quella dell'equidistanza e del non giudizio. Da lì si è in fretta passati all'odierna deriva dove l'unica ad essere tutelata è la libertà dell'impresa. Oggi l'autorizzazione, come processo di controllo, è cassata dall'autocertificazione. L'imprenditore certifica di essere a posto e può avviare l'attività. Il controllo preliminare non c'è più e questa mancanza la si motiva con il pretesto del voler "responsabilizzare" il datore di lavoro... Michele Crapuzzo ha rispreso la questione, sottolineando il problema delle autorizzazioni come la questione chiave che, se gestita, consentirebbe di prevenire episodi gravi come quelli accaduti ad Eureco: " Da un punto di vista ambientale, ci chiediamo come è possibile che un'attività di questo tipo venga svolta in fascia di rispetto stradale, in prossimità dl Villoresi, a pochi metri di superficie dalla falda acquifera. Vogliamo sapere, dal 1993 cosa è avvenuto lì nel sottosuolo? Nel 1994 l'ASL aveva intimato il Sindaco ad una chiusura dell'impianto per la rilevazione di una movimentazione dei materiali pericolosa. Durante gli incidenti avvenuti la scorsa estate, cosa è accaduto? Chi è andato a verificare?"
Edoardo Bai, dopo aver risposto alle numerose domande del pubblico in cui si è parlato di amianto, di nanoparticelle ed effetti cancerogeni, del problema Lares, di EcoBat, di Cip 6, speculazioni e termovalozzatori (inutili e pericolosi inceneritori d'ultima generazione, capaci di abbattere sì le emissioni, ma comunque gravemente dannosi per la salute e l'ambiente),  ha concordato con l'ipotesi avanzata da Crapuzzo di chiedere un'indagine sul suolo con dei carotaggi. A suo, e nostro, parere l'incidente Eureco ha provocato necessariamente un danno alla salute e un danno ambientale certo, poiché, al di là di quelli che sono i parametri fissati, sostanze pericolose sono bruciate producendo sostanze altrettanto pericolose che sono circolate sicuramente per l'aria, depositando poi sul suolo.  Bai ha ripreso anche le sollecitazioni espresse da Pierluigi Sostaro dei Comitati No Inceneritore, di muoversi insieme come cittadini, per fare pressione, pretendere di sapere, rendere pubblico tutto ciò che i decisori politici fanno di nascosto, come nelle Conferenze di Servizio.
Damiano Ricci ha concluso la serata con una sintesi delle tematiche emerse, con alcune proposte formulate sotto forma di richieste: 
1) che sulla vicenda di Eureco sia fatta la massima chiarezza. "I cittadini devono sapere qual'è il grado di insicurezza cui si è esposti, in termini di salute e di qualità ambientale. E' un loro diritto ed un dovere delle istituzioni onorare questo diritto"
2) un aggiornamento della mappatura dei siti a rischio presenti a Paderno Dugnano, perché i cittadini devono essere coscienti dei pericoli dell'attività produttiva e delle lavorazioni presenti sul territorio, devono sapere a cosa potrebbero andare incontro e soprattutto devono sapere cosa fare in caso d'incidente
3) che l'autorizzazione a Eureco venga cancellata e che questa attività venga dislocata altrove, in un territorio adeguato e con tutte le tutele e le sicurezze necessarie

I risultati si ottengono se le persone si mettono insieme 
La sicurezza ambientale e nei luoghi di lavoro, 
la tutela della salute di cittadini 
- dei lavoratori, dei datori di lavoro, di chiunque -  
è un FATTO COLLETTIVO e MAI INDIVIDUALE.  
CI RIGUARDA TUTTI. 

Nell'esprimere nuovamente la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime dell'incidente 
e la nostra solidarietà ai lavoratori ancora in grave pericolo, invitiamo tutti a  partecipare
SABATO 27 NOVEMBRE DALLE 15 ALLE 17 AL PRESIDIO EURECO: RITROVO SUL PIAZZALE DEL CIMITERO DI PALAZZOLO MILANESE
LUNEDI' 29 NOVEMBRE ORE 21:00 ALL'INCONTRO SUL PROBLEMA DEL LAVORO CHE SI TERRA' PRESSO L'EX CINEMA SPLENDOR.

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"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck