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martedì 23 febbraio 2010

CARCATRA'? IL PESO DELLA DIFFERENZA

DA POCHE ORE ABBIAMO APPRESO CHE L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE HA ESPRESSO UN PARERE NEGATIVO SULL'INSEDIAMENTO DELL'INCENERITORE. ABBIAMO SALUTATO, CON UNA CERTA PRUDENZA, QUESTA NOTIZIA COME UNA PRIMA VITTORIA DELLA MOBILITAZIONE. UN PAIO DI GIORNI FA STEFANIA DEL COMITATO GENITORI DI INCIRANO, SEGNALAVA AMARAMENTE CHE SULLA VICENDA CARCATRA' NON VI E' STATO UN PASSO INDIETRO. A RFLETTERCI VIENE DA DIRE: "IL PESO DELLA DIFFERENZA"., e PER PESO INTEDIAMO QUELLO DEI "BAMBINI" MESSO A CONFRONTO CON LA MASSA DI PERSONE , I COMUNI CONFINANTI, LE ASSOCIAZIONI, TUTTI COLORO CHE IN QUESTI GIORNI HANNO ALZATO LA TESTA PER DIRE NO ALL'INCENERITORE... NELLA MOBILITAZIONE CONTA QUANTO PESI. QUESTA COSA PERO FA PENSARE. NOI PENSIAMO CHE BATTERSI PER UN FUTURO SOSTENIBILE E' BATTERSI PER NON AVERE UN INCENERITORE, BATTERSI ANCHE PER I BAMBINI E PER GLI SPAZI EDUCATIVI E DI SVILUPPO DELLA QUALITA' SOCIALE. NON E' PAGANDO CHE SI E' PIù RESPONSABILI: E' LA GRATUITA' DELLE RELAZIONI, IL SERVIZIO RECIPROCO TRA CITTADINI E ISTITUZIONI CHE FA CRESCERE LA SOLIDARIETA' E SVILUPPARE LA COMUNITA' COME UNA COMUNITA' SANA. TUTTO E' MERCIFICATO... E PER NOI LA COSA NON SI CHIUDE QUI.

DI SEGUITO LA LETTERA DI STEFANIA CHE DIVULGHIAMO VOLENTIERI COME LEI CHIEDE DI FARE.

Cari amici,

vi aggiorno, finalmente, sulla questione della raccolta firme Carcatrà, pregandovi di diffondere le presenti informazioni alla vostra rete di firmatari.

Mi scuso per non averlo fatto finora, ma gli eventi si sono susseguiti e accavallati rapidamente, e ho preferito attendere la conclusione della vicenda per avere un quadro completo.

Riepilogo: lo scorso autunno abbiamo avviato una petizione, coinvolgendo altri comitati genitori e realtà associative del nostro territorio, raccogliendo ben 720 firme, un numero significativo e ben rappresentativo del pensiero dei cittadini rispetto a questa scelta dell’Amministrazione comunale. La petizione è stata regolarmente depositata in Comune intorno alla fine di novembre, e a metà dicembre ho ricevuto – in quanto prima firmataria e quindi referente dell’iniziativa – una comunicazione nella quale si diceva che entro il 20 gennaio la Commissione Consiliare Servizi avrebbe espresso un parere rispetto alla petizione. Da qui in avanti i fatti sono noti a molti. Successivamente a tale data, su un blog cittadino una sequela di parole dai toni ben poco gentili e democratici sono state rivolte a me e a tutti i firmatari: siamo stati sgarbatamente accusati di non aver presenziato all’incontro della suddetta Commissione per indifferenza e mancanza di volontà di partecipazione; addirittura è stato ipotizzato che le 720 firme raccolte fossero false… Attraverso questo blog abbiamo scoperto – come si dice “cascando dal pero” – che la Commissione si era riunita e che noi avremmo potuto assistervi (pur senza diritto di parola). Nessuna comunicazione in tal senso mi era stata inviata dal Comune, nonostante l’articolo 30 punto 4 del regolamento della partecipazione popolare del nostro Comune preveda, in caso di petizioni, che "di ogni passaggio o decisione deve essere informato il primo firmatario dell’istanza o petizione ove non sia indicato altro referente". Il Presidente del Consiglio Comunale, incontrato al riguardo, sostiene che la convocazione affissa all’Albo Pretorio assolve al dovere di informazione, senza necessità di comunicazione diretta al primo firmatario. Se questo da un punto di vista strettamente formale è vero, resta il fatto che, nella sostanza, dal momento in cui un considerevole numero di cittadini esprimono democraticamente e civilmente la propria opinione e si rendono disponibili al dialogo con l'Amministrazione Comunale, il buon senso dovrebbe suggerire di INVITARE questi cittadini a partecipare. Ma mi rendo conto che il metro di giudizio del buon senso è cosa personale. Non è difficile invece pensare che sia molto più comodo far passare sotto silenzio certe occasioni di confronto - trincerandosi magari dietro burocrazie che ai comuni cittadini spesso sfuggono - salvo poi accusare di pantofolaio disinteresse chi invece sarebbe pronto a mettersi in gioco. Comunque, da questa esperienza abbiamo imparato molto: abbiamo capito che per relazionarsi con questa Amministrazione Comunale non ci si può aspettare – come eravamo abituati in precedenza – un contatto diretto e chiaro, ma bisogna piantonare l’Albo Pretorio o inviare formali lettere raccomandate; abbiamo capito anche che quel senso di comunità, di democrazia partecipata, di “andare insieme verso obiettivi comuni”, di essere parte delle scelte che interessano i cittadini, che hanno caratterizzato la relazione del Comitato Genitori con la precedente Amministrazione Comunale, forse non corrisponde agli interessi dell’attuale governo della nostra città.

Lo scorso martedì in Consiglio Comunale, è stata presentata da parte di alcuni consiglieri di opposizione, una interrogazione sulla mancata comunicazione della riunione. La risposta espressa, giudicata insoddisfacente dai consiglieri, è stata la stessa comunicata a noi: ogni passaggio obbligato è stato espletato, formalmente non erano tenuti ad informarci in maniera diretta.

Per concludere, vi allego la risposta della Commissione Servizi rispetto alla petizione, che di seguito sintetizzo: la gratuità del servizio privilegiava alcune fasce di utenza, mentre un servizio a pagamento sarebbe meno selettivo e darebbe a più utenti la possibilità di accedervi (a me parrebbe esattamente il contrario…); ora il Carcatrà rientra, come altri servizi, nella categoria dei servizi a domanda individuale a pagamento (con buona pace della finalità sociale e dei presupposti educativi sui quali si basava il progetto da cui è nato il Carcatrà); il fatto di pagare una quota indurrebbe le famiglie a fare una scelta maggiormente responsabile rispetto al mandare i propri figli al Carcatrà.

Ovviamente sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento sulla vicenda, e anche per raccogliere eventuali suggerimenti, proposte, idee…

Saluti a tutti,

Stefania Peverati – Comitato Genitori Incirano

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"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck