La principale motivazione che la Giunta Alparone pone a giustificazione della scelta degli aumenti dei servizi a domanda individuale, come mense e attività parascolastiche, e della riorganizzazione per fasce, sarebbe la necessità di porre rimedio a un buco creato nel bilancio dalla precedente amminsitrazione.
Diciamo subito che il buco in bilancio non è stato lasciato, non c'era. C'è invece, crediamo, una diversa concezione su chi deve pagare dei costi che sino ad ora sono stati caricati su Ages e sul Comune. Questa diversa concezione è figlia di un pensiero politico liberista che si distingue proprio per la visione nettamente privatistica dei servizi pubblici, una visione che per altro ha portato sconfitte e crisi economica in tutto il mondo...
Di seguito alcune considerazioni di Michele Crapuzzo
La gestione delle mense è stata trasferita due anni fa, alla Ages spa, che è l'azienda di servizi al 100% di proprietà del Comune.
Il contratto di servizio tra il Comune e l'Ages prevede la completa gestione delle mense, dal rapporto con l'azienda che si è aggiudicato l'appalto (COPRA) fino alla riscossione delle quote che pagano i genitori, mentre il comune si è impegnato a versare all'Ages un corrispettivo a fronte del mancato incasso dovuto alle agevolazioni per i casi sociali o per le fasce di reddito basse.
Va ricordato che gli utili che l'Ages dovesse realizzare per la gestione dei servizi comunali a lei affidati (farmacie, mense, parcheggi) sono del Comune.
Il costo del pasto due anni fa ammontava a € 3,45 (andiamo a memoria, ma forse è meno), nel frattempo ci sono stati due aggiornamenti ISTAT che potrebbero aver portato il costo del pasto anon più di € 3,60 /3,65 (+4 o 5%).
Per arrivare al costo di € 4.6, sono stati molto probabilmente inseriti nel costo del pasto:
- i costi di gestione dell'Ages
- il costo del personale comunale e dei consulenti che seguono il servizio mensa
- i costi relativi alla gestione dei locali mensa nelle scuole (luce, gas, manutenzione, ecc.).
Caricare questi costi sui soli ragazzi utenti del servizio mensa, è sbagliato. Se si sposa questa logica, allora bisognerebbe caricare ai ragazzi che vanno a scuola tutte le spese per la gestione degli immobili (acqua, luce, gas), nonchè il costo del personale comunale che segue tutte le attività scolastiche.Stessa cosa potrebbe capitare per tutti i servizi scolastici previsti dal piano di diritto allo studio, pre post scuola, trasporti...
L'impostazione della passata amministrazione prevedeva invece che i costi per le agevolazioni sociali fossero distribuiti sulla fiscalità generale, quindi su tutti i cittadini, e questo principio valeva ancor più per i servizi scolastici, perchè la sua applicazione favorisce il diritto allo studio per tutti, e non solo per chi è economicamente svantaggiato.
Il cambiamento delle fasce Isee così come invece attuato, porterà la quasi totalità dei bambini a pagare il prezzo pieno.
Parlare di fascia Isee a € 12.000 vuol dire che stiamo parlando di una famiglia di tre persone che complessivamente percepiscono un reddito annuo di €25.000 lordi che al netto delle tasse e sono circa €1.400 netti per 13 mensilità.
Naturalmente tutti i liberi professionisti, commercianti, lavoranti in nero sono i veri agevolati in questa situazione!
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"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck
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