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mercoledì 18 novembre 2009

ACQUA!


Parlamento Oggi alla Camera voto di fiducia sul ddl che contiene anche la riforma dei servizi pubblici locali. Gasparri: «Competitività in settori che ne sono stati per troppo tempo al riparo». Bonelli: «Ora referendum»

Il governo ha posto la fiducia sul decreto Ronchi, che introduce anche la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, tra cui la gestione dell'acqua. Di fatto, consegnandola nelle mani delle multinazionali.
Oggi alle 16 alla Camera inizia la votazione. Il decreto deve essere convertito in legge entro il 24 novembre, pena la decadenza. E se la stessa maggioranza non appare compatta, con la Lega che si è dichiarata «insoddisfatta», l'opposizione insorge: «Parlamento umiliato». Gli ambientalisti in trincea: «L'acqua non è una merce ». Ma, salvo sorprese, tra poche ore lo diventerà.
L'acqua è un bene privato. Anzi lo sarà da oggi, dopo il voto finale della Camera, con fiducia, sul ddl Ronchi.
La ventiseiesima fiducia del governo Berlusconi stavolta serve per consegnare la più essenziale delle risorse del pianeta nelle mani dei privati, cui viene affidata la gestione della rete idrica. La norma è contenuta nel ddl Ronchi "Salva-Infrazioni" che si voterà oggi a Montecitorio.
Per il Pdl si tratta, come ha spiegato Gasparri in un intervento sul Sole 24 Ore qualche giorno fa, di «una riforma di straordinaria portata, un intervento che mai nessun governo precedente era riuscito a compiere, volta a innestare la competitività all'interno di settori che ne sono stati per troppo tempo al riparo; per liberalizzare e, quindi, anche privatizzare, qualora ve ne siano le condizioni e le dinamiche del confronto competitivo tra operatori individuino soggetti privati come i migliori sul mercato di riferimento».
Una posizione che i movimenti per l'acqua pubblica vedono come fumo negli occhi. Una legge orribile, la definiscono, che «legittima il furto di un bene naturale trasformandolo in una merce da mettere sul mercato con una mera logica di profitto».
Il fronte del no, molto ampio, ha annunciato battaglia ed è pronto anche al referendum.
Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli spiega: «Occorre aprire una nuova stagione di referendum che includa la questione dell'acqua e anche del nucleare. Prima, però, è necessaria l'obiezione civica, perché il governo vuole svendere l'acqua ai privati. Questo produrrà un unico risultato: tariffe decuplicate e assenza di manutenzione della rete. Oggi viene perso il 37 per cento dell'acqua potabile, pari a quasi tre miliardi di metri cubi all'anno e la gestione ai privati, come è stato già ampiamente dimostrato, non risolverà questa situazione ma la aggraverà».
Sulla stessa linea l'Italia dei valori che pure in passato ha appoggiato processi di privatizzazione nelle realtà locali, addirittura partecipandovi.
Nel corso di una conferenza stampa i rappresentanti dell'Idv hanno affermato che la legge non ha alcuna logica, nessun riferimento alla normativa europea a cui si fa riferimento, nessuna giustificazione: «Premia solo pochi speculatori che tramite i loro padrini politici cercano di appropriarsi di un bene che è pubblico», ha detto il capogruppo Massimo Donadi.
A sostegno della iniziativa anche il Pd con Jean Leonard Touadì e il "Forum nazionale dell'acqua" con Paolo Corsetti e padre Alex Zanotelli. «In un silenzio che colpisce si sta realizzando un sostanziale passo indietro della nostra democrazia», ha aggiunto il capogruppo dell'Idv. Leoluca Orlando, portavoce dell'Idv e già sindaco di Palermo, e il parlamentare Domenico Scilipoti hanno ricordato che la mafia è nata e si è rafforzata proprio sul controllo dell'acqua. «Se affideremo questo bene naturale alle multinazionali - hanno aggiunto - il loro peso sarà maggiore di quello che ora hanno rispetto al petrolio».
Sul piede di guerra le associazioni ambientaliste. «Con questo provvedimento - sottolinea il Wwf - gli enti locali italiani saranno liberi di scegliere le forme di gestione dei "servizi pubblici ambientali" purché essi ricorrano esclusivamente a società private selezionate mediante gara o all'affidamento a società pubblico/private, con la presenza del partner privato scelto con gara che abbia una quota di partecipazione non al di sotto del 40 per cento e i compiti operativi connessi con la gestione del servizio o a società quotate. Si sono affermate le società miste definendo il tetto alla partecipazione pubblica al 30 per cento».
Il Wwf denuncia che «sono ben altri gli obblighi, non solo comunitari, e le esigenze a cui l'Italia dovrebbe dar seriamente seguito e che sono il presupposto per garantire una gestione adeguata dell'acqua, a partire dall'urgente, necessità di istituire le Autorità di distretto, ovvero, ampi ambiti territoriali per pianificare e gestire l'uso dell'acqua ma anche tutte le altrettanto urgenti politiche di difesa del suolo».

Augusto Romano da Terra www.verdi.it

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"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck