Chi sono gli “interrompibili “ sono aziende che accettano, in virtù di tariffe vantaggiose, di subire interruzione di forniture. Ma chi paga questi costi ? L’Enel ? L’Eni ? No nessuna delle due. Allora lo Stato? No.. I costi dei cosiddeti contratti interrompibili gravano sulle bollette degli italiani. Sono gli italiani che pagano questi costi e questo è uno dei motivi insieme ad altri del costo maggiore della bolletta elettrica rispetto all’Europa.
Ma veniamo ad una domanda ricorrente. Qual è il fabbisogno energetico dell’Italia ? Partiamo dal “fabbisogno nazionale lordo” e cioè dalla richiesta totale di energia elettrica in Italia. Nel 2010, secondo i dati pubblicati da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, è stato pari a circa 309.90 Gwh (Gigawatt/ora all’anno). Di questi, circa 286.880 Gwh (93 %) sono stati prodotti internamente, in buona parte da centrali termoelettriche (77,4% delle produzione nazionale) che funzionano principalmente a gas (68 % del totale termoelettrico),
Le nostre centrali (termoelettriche, idroelettriche, solari, eoliche, geotermiche) sono in grado di sviluppare una potenza totale di 104,5 GW, contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW (picco dell’estate 2007). Perché allora importiamo energia dall’estero? Perché conviene. Soprattutto di notte, che strutturalmente non riescono a modulare la potenza prodotta, costa molto meno, perché l’offerta (che più o meno rimane costante) supera la domanda (che di notte scende). E quindi in Italia le centrali meno efficienti vengono spente di notte proprio perché diventa più conveniente comprare elettricità dall’estero.
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Quanto sta accandendo in questi giorni con il maltempo e gli allarmi relativi alla cirsi del gas annunciata dal governo e dall’Eni dovrebbero farci riflettere su come cambiare modello di sviluppo economico ed energetico perché la crisi economica è legata alla crisi ambientale del pianeta.
La poltica della crescita, aumento di consumi e di produzione che viene proposto per uscire alla crisi è l’esatto opposto di quello che dobbiamo fare se vogliamo garantire un futuro certo e di qualità al pianeta e ai suoi popoli.
Dobbiamo avere consapevolezza e rispetto dei limiti imposti dalla natura perseguendo una politica della resilienza. Per spiegarla con le parole efficaci di Luca Mercalli : “la politica della resilienza è la proprietà di un sistema di non collassare quando viene sottoposto a uno stress. Dobbiamo preparare il nostro futuro investendo sulla garanzia di mantenimento di quelle che sono state le vere grandi conquiste della modernità, cioè il soddisfacimento dei bisogni e non dei desideri che sono sempre infiniti e in gran parte futili. “
Abbiamo bisogno di investire nelle energie rinnovabili. La Germania ha fissato come obiettivo al 2050 la produzione dell’80% di energia dalle rinnovabili , nel risparmio e nell’efficienza energetica settore che da solo può produrre 500.000 nuovi posti lavoro. Le case italiane sono colabrodi energetici il 30-35% del calore viene disperso perché le case non sono coibentate. Sappiamo che le utenze domestiche incidono per 70.000 GWh/anno pari al 23 % dei consumi totali . Un piano edilizio totale di messa in sicurezza delle case degli italiani dalla dispersione di calore, farebbe risparmiare 21.000 GWh/anno. Di fronte al cambiamento epocale a cui stiamo assistendo non possiamo riproporre lo stesso modello che ci sta portando al collasso, abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale, che significa modificare gli stili di vita come ad esempio risparmiare energia facendo l’esatto opposto di quello che fanno i francesi che consumano senza porsi il problema del futuro. Di una rivoluzione economica - energetica che basi il sistema su energie rinnovabili e contestualmente sulla riduzione dei consumi attraverso il risparmio e l’efficienza energetica rompendo il potere degli oligopoli che gestiscono il mercato dell’energia. Perché questo modello di produzione di energia è autoritario e non democratico il nostro è un modello di energia diffusa e distribuita, accessibile e pulita.
di Angelo BONELLI
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