Socialismo, perché no?
giovedì, 23 febbraio 2012
Questo articolo è stato pubblicato sul numero 8 della rivista Gli Asini. Partendo da un libricino del filosofo canadese Gerald Cohen, che titola il pezzo, «Socialismo, perché no?», Stefano Laffi avanza una proposta di società basata sui principi di uguaglianza e comunità.
di Stefano Laffi
....... È così che si intitola un libricino, prezioso e sorprendente, del filosofo canadese scomparso di recente, Gerald Cohen, pubblicato nel 2010. Quel titolo provocatorio, che sembra infilare una proposta politica così, come valesse un “tanto vale provarci”, per mano in realtà di un raffinatissimo filosofo politico, svela la prima chiave interessante, assai poco comune nel nostro dibattito.
Non si tratta dei funerali del capitalismo di chi aspettava questo momento da una vita, e ci arriva col rancore dell’attesa, quasi della vendetta. E nemmeno è un esercizio di ortodossia marxista di chi non è mai uscito dalla foresta, crede di essere nell’Ottocento di fronte alle masse proletarie. E non siamo noi italiani di oggi, col nostro senso di disperazione, per esclusione disposti a tutto pur di liberarci del regime degli ultimi anni. Né siamo noi italiani col tabù della parola “socialismo”, perché l’ultimo che l’ha indossata si chiamava Bettino Craxi, per molti versi padre politico di Silvio Berlusconi, creatore di una Milano che forse solo ora si comincia a liberare, parola comunque “bruciata” da un partito finito male e molto lontano dalle sue idee fondative.
Pare strano, ma ci tocca sentire da un filosofo canadese cresciuto a Oxford l’avance sul socialismo come un’opzione sensatissima, plausibile, realistica, da prendere seriamente in considerazione perché ci conviene. È questo che ci spiazza, perché non appartiene alla nostra retorica: con serietà e pazienza Cohen mostra che converrebbe provare. Lo spiazzamento sta nel fatto che qui non si parla di crisi, di lotta di classe, divario fra ricchi e poveri, forse perché Cohen sa che con quegli argomenti ci si divide immediatamente fra chi è d’accordo e chi non ne vuol sentir parlare. Insomma non convinci nessuno che non lo sia già prima. Cohen prende per mano e poco alla volta – la lettura non è emozionante, Cohen non trascina le folle ma scandaglia le varie ipotesi e le relative argomentazioni da filosofo analitico – prova a smontare le obiezioni di principio, per rendere accettabile quell’avance a più persone possibili.... leggi tutto
visite
informativa resa ai sensi dell'art. 13 del Codice pagina: http://www.shinystat.com/it/informativa_privacy_generale_free.html il visitatore potrà negare il proprio consenso all'installazione dei cookie di ShinyStat modificando opportunamente le impostazioni del proprio browser o cliccando sull'apposito link per attivare l'opt-out: http://www.shinystat.com/it/opt-out_free.html.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck
Nessun commento:
Posta un commento