Cadorna non
merita
né una piazza né una via.
né una piazza né una via.
La proposta del
padernese Alberto Manzoni
nel giorno della disfatta di Caporetto.
nel giorno della disfatta di Caporetto.
In
una lettera aperta pubblicata il 24 ottobre sul blog La Scommessa, Alberto
Manzoni rilancia l’invito dello scrittore Ferdinando Camon: «i comuni italiani
“cancellino il suo nome”, cambino la denominazione delle vie intitolate al
generale inetto e ingrato. Da cittadino, nato e cresciuto in via Cadorna, mi
permetto di rilanciare questo invito a cambiarle nome».
Col
cambiamento di nome della via, Alberto Manzoni si rende conto che ci possono
essere delle perplessità dei residenti: «Problema: gli attuali residenti non
sarebbero molto felici, se dovessero cambiare l’indirizzo sui vari documenti.
Risoluzione: il Comune favorisca tutte le pratiche necessarie azzerando o
rimborsando bolli, diritti o simili».
A chi
intitolare la via?
Si
potrebbe scegliere, in antitesi a Cadorna, la persona che in Italia si è più spesa sulla
pratica della pace: il filosofo, antifascista e attivista pacifista, Aldo Capitini (23 dicembre 1899 –
19 ottobre 1968).
Capitini,
dopo la sua pratica antifascista e nonviolenta durante il ventennio, continuò
nel suo impegno pacifista: nel settembre 1961 fu organizzatore della prima “Marcia
per la Pace e la fratellanza dei popoli”, un corteo nonviolento che si snodò
per le strade che da Perugia portano verso Assisi.
In questa occasione venne per la prima volta utilizzata la “Bandiera della pace”, simbolo dell'opposizione nonviolenta a tutte le guerre.
La “MARCIA PER LA PACE Perugia-Assisi” è tuttora proposta in media ogni due/tre
anni dalle associazioni e dai movimenti per la pace.
Negli
ultimi anni della sua vita Capitini promosse anche il mensile "Azione nonviolenta", organo di stampa del "Movimento nonviolento per la Pace" da lui fondato, che attualmente
viene pubblicato a Verona.
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