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mercoledì 25 ottobre 2017

Paderno Dugnano toglie la via al Generale Cadorna?

Cadorna non merita
né una piazza né una via.

La proposta del padernese Alberto Manzoni
nel giorno della disfatta di Caporetto.

In una lettera aperta pubblicata il 24 ottobre sul blog La Scommessa, Alberto Manzoni rilancia l’invito dello scrittore Ferdinando Camon: «i comuni italiani “cancellino il suo nome”, cambino la denominazione delle vie intitolate al generale inetto e ingrato. Da cittadino, nato e cresciuto in via Cadorna, mi permetto di rilanciare questo invito a cambiarle nome».

Col cambiamento di nome della via, Alberto Manzoni si rende conto che ci possono essere delle perplessità dei residenti: «Problema: gli attuali residenti non sarebbero molto felici, se dovessero cambiare l’indirizzo sui vari documenti. Risoluzione: il Comune favorisca tutte le pratiche necessarie azzerando o rimborsando bolli, diritti o simili».


A chi intitolare la via?
Si potrebbe scegliere, in antitesi a Cadorna, la persona che in Italia si è più spesa sulla pratica della pace: il filosofo, antifascista e attivista pacifista, Aldo Capitini (23 dicembre 1899 – 19 ottobre 1968).

Capitini, dopo la sua pratica antifascista e nonviolenta durante il ventennio, continuò nel suo impegno pacifista: nel settembre 1961 fu organizzatore della prima “Marcia per la Pace e la fratellanza dei popoli”, un corteo nonviolento che si snodò per le strade che da Perugia portano verso Assisi.

In questa occasione venne per la prima volta utilizzata la “Bandiera della pace”, simbolo dell'opposizione nonviolenta a tutte le guerre.



La “MARCIA PER LA PACE Perugia-Assisi” è tuttora proposta in media ogni due/tre anni dalle associazioni e dai movimenti per la pace.

Negli ultimi anni della sua vita Capitini promosse anche il mensile "Azione nonviolenta", organo di stampa del "Movimento nonviolento per la Pace" da lui fondato, che attualmente viene pubblicato a Verona.




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"Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano". U. Beck